Darina e Svitlana: “Così siamo fuggite da Kiev per raggiungere la Sardegna”
Due giovani ucraine costrette a lasciare i sobborghi della capitale a causa della guerra. Ora sono al sicuro nell’Isola, dove una delle due ha il fidanzato
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Domenica 8 marzo Darina, studentessa di 26 anni, e sua cugina Svitlana, funzionaria di un'azienda che si occupa di sicurezza, sono scappate da Shevchencove, "oblast" (sobborgo) di Kiev. I russi sono alle porte. "Io resto qua, ma tu che puoi devi andare via", dice la mamma a Darina, fidanzata con Marco Masia, 35 anni, presidente dell'Ossese calcio.
Inizia così la fuga delle cugine dalla guerra. Direzione Sardegna. Raggiungono la stazione di Kiev. "Una confusione incredibile. Ma alle 18 siamo riuscite a prendere il treno per Leopoli, quasi alla frontiera con la Polonia, dove siamo arrivate alle 4 del mattino".
Il racconto diventa crudo. "A Leopoli - continua Darina - siamo entrate in un campo di accoglienza. Anche qua il caos". Ma hanno un amico: “Ci ha accompagnato in macchina fino a Medyca, un paese della Polonia appena dopo il confine con l'Ucraina".
L'accoglienza è ottima. "I polacchi sono gentili - precisa Darina -. Ci hanno dato coperte e da mangiare".
Poi il viaggio della speranza continua: "Siamo riuscite ad arrivare a Przemysl, una città polacca di 60mila abitanti, a 15 chilometri di distanza dalla frontiera".
A questo punto per Darina e Svitlana il lungo viaggio in treno per Wroclaw, in piena Polonia, dove le ragazze sono state sino a mercoledì, prima di prendere ancora il treno e raggiungere Praga, dove ad aspettarle c'era proprio Marco Masia, giunto dalla Sardegna in macchina, in compagnia dell'amico Salvatore.
"Venerdì tutti insieme siamo giunti a Livorno, dove la sera ci siamo imbarcati per la Sardegna - spiega Masia -. Stanchi ma soddisfatti".
Domenica per lui però una delusione: la sconfitta dell’Ossese contro il Monastir per 2-1. Me è nulla in confronto alla felicità di avere con sé la sua Darina, che ha la mente sempre in Ucraina.
"Da tre giorni non riesco a comunicare con mia madre. I russi ci stanno isolando. Sono preoccupata. Per la mia famiglia e il mio Paese".