Un manoscritto di 16 pagine, con nomi, circostanze e precise responsabilità, che delinea i contorni di una vicenda di mobbing.

Il documento firmato da Antonio Urgias, l’operatore ecologico di 43 anni che venerdì scorso si è ucciso sul posto di lavoro, dopo aver gambizzato due dei suoi superiori, è già all’attenzione della Procura.

Lo ha affidato questa mattina ai carabinieri di Alghero l’avvocato Elias Vacca, legale di fiducia dell’operaio morto suicida. A lui i familiari della vittima, il giorno stesso della tragedia, avevano fatto avere il dossier che spiegherebbe i motivi del suo terribile gesto, il 30 dicembre scorso, all’ecocentro di Ungias-Galantè, quando Urgias aveva sparato alle gambe di due suoi colleghi e poi aveva rivolto l'arma contro sé stesso, facendola finita.

L’avvocato Elias Vacca ha fatto in modo che il documento finisse nelle mani del sostituto procuratore Mario Leo

«Quando parliamo di morti sul posto di lavoro – commenta l’avvocato Vacca – non sono esclusivamente quelle che riguardano un operaio folgorato, o rimasto schiacciato da un macchinario. Perché davanti alla disperazione ognuno reagisce in modo diverso». 

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