Un suicidio, una pistola-fantasma, un centro militare dove, da tutta la Sardegna, confluiscono armi non più utilizzabili: tre elementi cardine dell'inchiesta aperta la scorsa estate dopo il ritrovamento a Elmas del cadavere di Stefano Pedevilla (morto suicida) e che martedì ha spinto i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Cagliari a far visita nel carcere di Uta a Walter Zuddas, 54 anni, arrestato qualche giorno prima perché trovato in possesso, in casa, di un fucile a canne mozze.

Dall'interrogatorio è emersa la conferma dell'ipotesi di inquirenti e investigatori: dal "Centro rifornimenti e mantenimento" dell'Esercito, edificio che nel capoluogo funge da deposito delle armi da distruggere (perché sequestrate, clandestine o comunque ormai inservibili), ne sono tornate in circolazione almeno due.
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