Il passo è ancora malfermo, la mandibola fa male. Ma per il resto Gianluca Deiana, 55 anni, è vivo e può raccontare la sua storia. «Sono un miracolato», dice. Lo scorso anno, era febbraio, è caduto da un ponteggio da un’altezza di sette metri. «Per questo dico che sono un sopravvissuto, nemmeno io so come ho fatto a riprendermi». 

Il gradino

«Lavoravo come muratore, in un cantiere a Cagliari - racconta - Mancava poco alle 13, ero solo e ricordo che ho saltato un piccolo gradino, dal balconcino alla pedana per prendere l’attrezzatura e andare via». Dopo è il buio, «non ricordo niente se non che verso le 13.45, dopo avere perso i sensi, ho ripreso conoscenza. Sono rimasto in terra sull’asfalto per 45 minuti. In quell’arco di tempo in strada non è passato nessuno».

Quando si risveglia arrivano il titolare dell’impresa e un suo collega. «La mia situazione non gli era sembrata grave, non hanno chiamato l’ambulanza ma mi hanno caricato in macchina e mi hanno portato in ospedale al Policlinico. Ricordo che avevo dolori lancinanti ovunque, avevo capito di essere fratturato».

Le emorragie cerebrali

Il volto tumefatto, non riusciva a muoversi, ricorda la moglie Elisabetta Spano. Le condizioni sono critiche: due emorragie cerebrali frontali, lesioni a entrambe le rotule, frattura del perone, del malleolo e quella del polso «che non potrà recuperare». Da lì il calvario: tre operazioni, la fisioterapia. «Dovrei operare anche la mandibola ma sono in attesa». 

L’epilogo

E a marzo Elisabetta Spano e Luca Deiana si sono sposati. «Quando ero lì in ospedale, nonostante dieci anni di convivenza con Luca io in pratica non ero nessuno - dice Spano - Non mi davano notizie, non potevo decidere niente. Così abbiamo deciso che dovevamo regolarizzare tutto».

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