L’incendio dei giorni scorsi divampato nelle campagne al confine tra Guasila e Guamaggiore fortunatamente è stato domato prima che raggiungesse l’importante reggia nuragica di Barru, al centro di un importante piano di investimenti finalizzato alla sua completa valorizzazione ai fini culturali e turistici. Un piano, dopo una serie di finanziamenti regionali e comunali indispensabili per far partire il progetto di recupero, può contare anche sui 4 milioni di euro arrivati con il Piano nazionale di resistenza e resilienza (Pnrr) portati a casa dal Comune di Guamaggiore.

Tanti soldi per un centro di meno mille abitanti, tanto piccolo quanto ricco di risorse agricole, turistiche, archeologiche e religiose.

Il nuraghe Barru domina dall’alto di un rilievo calcareo sulla piana sottostante, nel cuore della Trexenta. La visuale dal monumento spazia dai due paesi confinanti fino ai monti di Segariu e al centro abitato di Villamar. Le campagne di scavi hanno portato alla luce una struttura complessa, formata da un mastio centrale, orientato in direzione nord, e due torri disposte attorno a un cortile e collegate tramite cortine murarie.

«Stiamo lavorando da tempo per ripristinare l'identità e il recupero dell'immenso patrimonio storico-culturale del nostro territorio - dice il sindaco Nello Cappai - che con l'apertura dell'area archeologica di Barru, sarà motivo di forte richiamo turistico e culturale».

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