Davide, il cameriere di Quartu che getta il cuore oltre l'ostacolo
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Davide Fanzecco è un ragazzo, cagliaritano, di 27 anni.
Lavora come cameriere da quattro mesi in un bar di Quartu, e i suoi clienti gli vogliono bene al punto che quando si assenta per le meritate ferie è per tutti un grosso dispiacere.
Lui, per guadagnarsi quel posto di lavoro, ha faticato per anni: prima nelle scuole dell'obbligo, poi all'alberghiero, e poi con esperienze maturate qua e là soprattutto in multinazionali legate all'ambito della ristorazione.
Oggi vive felicemente questa chance, che legge come un traguardo importante per lo sviluppo della sua professionalità, e della sua persona. Ma che non vuole considerare assolutamente come un punto d'arrivo, ma anzi come un trampolino di lancio a fare ancora meglio e ancora di più.
Davide è affetto da sindrome di Down. "Una malattia che spaventa – racconta la mamma a L'Unione Sarda – perché ha spaventato anche noi quando, ventisette anni fa, l'abbiamo conosciuta per la prima volta. Una malattia di cui sapevamo poco, ma con cui abbiamo imparato a convivere, e che ci ha fatto crescere non senza fatica, sconvolgimento, tante energie da mettere in campo, e tante disillusioni".
Oltre che delusioni, e la prima a causa della scuola. "Sì – ammette mamma Caterina – perché non provo imbarazzo a dire che mio figlio ha imparato nonostante la scuola. Che invece di includere, troppo spesso, esclude. Mio figlio è stato vittima di emarginazione, escluso da alcuni gruppi solo per la sua malattia. E se il timore per una malattia di cui troppo poco si conosce lo posso perdonare alle persone, non lo perdono alla scuola".
STUDIO E PREPARAZIONE - Marco, il proprietario del locale di Quartu, ha scelto Davide non certo per qualche particolare programma di inclusione o di inserimento lavorativo legato alla sua malattia, l'ha scelto per la sua preparazione e il suo curriculum.
Ed è orgoglioso di un lavoratore così fiero e disponibile.
"Davide è sempre il primo ad offrirsi anche per lavori che non dovrebbero spettargli – racconta Marco a L'Unione Sarda –. Un giorno si è addirittura offerto di lavarmi tutti i piatti del locale perché mi era venuta a mancare la persona che solitamente se ne occupa. Un atteggiamento che raramente ho visto nei giovani della sua età, e di cui sono molto felice".
"La nostra è un'attività familiare – prosegue Marco – e i nostri clienti ci apprezzano anche per questo clima di serenità e umanità vere che siamo riusciti a costruire. Davide coglie e incarna questi valori davvero al meglio, e i clienti lo percepiscono e lo apprezzano. Non ho mai visto così tanto entusiasmo come in questo periodo".
L'AFFETTO DEI CLIENTI - Un sogno, quello di Davide, che probabilmente proseguirà oltre i sei mesi del tirocinio formativo con cui al momento è stato inserito. "Mi piacerebbe se potesse restare – spiega Marco – e non certo perché sono un benefattore, ma perché – ironizza non senza una certa dose di modestia - sono un imprenditore: i clienti ormai vogliono solo lui e non me, e non mi resta che accontentarli".
Virginia Lodi
(Unioneonline)