Capoterra, i cippi miliari di Rio San Girolamo tornano a casa
Risalenti al III secolo d.C., si trovavano lungo l’antica strada che da Karalis conduceva a Nora(foto Murgana)
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I cippi miliari recuperati a Rio San Girolamo dieci anni fa tornano a casa: i cinque manufatti, emersi dal fango durante i lavori di messa in sicurezza del fiume, verranno ospitati a Casa Melis. Anticamente i miliari, risalenti al III secolo d.C., si trovavano lungo l’antica strada che da Karalis conduceva a Nora: la loro scoperta ha permesso agli archeologi di aggiungere un nuovo tassello alla Storia del periodo Romano in Sardegna.
In occasione delle manifestazioni che accompagnano la festa di sant’Efisio, il Comune il collaborazione con il Mibac ha organizzato per domani, alle 17 a Casa Melis, il convegno “Sulla strada del Martire Efisio”, durante il quale sarà possibile visitare i cippi miliari e i dolia che vennero rinvenuti a Frutti d’Oro: interverranno, Monica Stocchino, Gianfranca Salis, Chiara Pilo, Massimo Casagrande, Eros Zanotti e Ignazio Sanna. Il sindaco, Beniamino Garau, spiega che l’arrivo dei miliari a Casa Melis rappresenta il primo passo verso la nascita di un vero e proprio museo cittadino: «Riappropriarci di opere di così grande valore, che testimoniano il passato del nostro territorio, per noi è un grande traguardo. Dopo Casa Spadaccino, stiamo lavorando anche perché Casa Melis venga riconosciuta come museo, dove non solo verranno ospitati i tesori archeologici recuperati nel nostro territorio, ma ci sarà spazio anche per una sezione etnografica».
Pino Dessì, consigliere di maggioranza, la scoperta di cippi miliari di Rio San Girolamo se la ricorda bene, perché all’epoca era un dipendente della Soprintendenza per i beni archeologici, e in questi dieci anni si è impegnato per far sì che tornassero a Capoterra: «Durante la mia carriera ho assistito a diversi ritrovamenti, ma vedere quei monoliti riaffiorare dalla terra nel mio paese è stato davvero emozionante. Dopo dieci anni trascorsi in un magazzino di Cala Mosca, i cippi miliari verranno finalmente esposti per essere ammirati».
Gianfranca Salis, direttrice scientifica della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, sottolinea l’importanza dei cippi miliari di Rio San Girolamo: «In epoca Romana, e soprattutto nel periodo tumultuoso che va dal III al IV secolo d.C. caratterizzato da aspre lotte per il potere, gli imperatori e i funzionari che governavano per loro la Sardegna imprimevano sui cippi miliari il proprio nome per ricordare chi aveva realizzato la strada: quelli recuperati a Capoterra ci hanno aiutato a conoscere meglio quel periodo».
Chiara Pilo, funzionario archeologo che ben conosce il territorio, auspica che quello dei miliari sia solo il primo passo verso la scoperta di un patrimonio ben più ambio: «Capoterra ha un potenziale enorme e c’è ancora tanto da scoprire, la speranza è quella di poter restituire alla comunità altri tasselli della storia di questa territorio».