Perquisizioni nello stabilimento Saras, ma anche sequestro di alcuni documenti e notifica delle prime informazioni di garanzia ai vertici sardi della raffineria che sono stati iscritti nel registro degli indagati. È scattato ieri mattina il blitz a sorpresa dei forestali ordinato dalla Procura di Cagliari nell’ambito di una delle inchieste sul presunto inquinamento legato all’attività della raffineria. Con i ranger del Nucleo investigativo del Corpo Forestale ci sono anche i consulenti incaricati dal pubblico ministero Enrico Lussu che indaga per disastro ambientale.

Il blitz dei forestali

Ai cancelli del complesso petrolifero di Sarroch gli investigatori hanno esibito un decreto di perquisizione e sequestro firmato dal pm: per tutto il giorno hanno cercato documenti e materiale utile alle indagini. Non solo. Gli esperti della Procura sarebbero anche a caccia di sostanze o attrezzature che, almeno nell’ipotesi investigativa, potrebbero essere state utilizzate per “nascondere” gli eventuali superamenti delle soglie di inquinamento. I ranger della Forestale, guidati dal commissario Fabrizio Madeddu, hanno lavorato tutto il giorno ma non si sa cosa abbiano trovato né se siano andati via con del materiale sequestrato. Con il decreto di perquisizione e sequestro, però, la Procura ha dovuto scoprire le carte di un’indagine rimasta a lungo sottotraccia, notificando i primi avvisi di garanzia. Al momento ancora top-secret i nomi degli indagati.

L’inchiesta

Il fascicolo sulle attività della Saras era stato aperto dal sostituto procuratore Enrico Lussu nell’agosto 2017, ipotizzando un presunto sversamento di sostanze inquinanti nel mare davanti alla raffineria. L’impulso alle indagini era stato dato da alcuni esposti presentati in Procura nell’estate di 5 anni fa, corredati di foto e di un video che ipotizzavano attività di sversamento in mare ad opera della Sarlux. La Saras aveva subito chiarito che quel video mostrava «acqua di mare mista ad alghe (di qui, il colore scuro) che era stato necessario spostare da una parte all’altra dello specchio acqueo antistante il porticciolo delle imbarcazioni di servizio, per evitarne l’accumulo che avrebbe bloccato i mezzi anti-inquinamento». Le alghe, si disse da subito, sarebbero state spinte dal vento. Ora, però, dopo 5 anni di accertamenti, il pm Lussu ha ordinato il blitz con l’acquisizione di carte e inviato i suoi consulenti nella raffineria.

Le altre indagini

Oltre a quella del pm Lussu altre due indagini della Procura di Cagliari interessano la raffineria di Sarroch. Una in corso del pm Giangiacomo Pilia sul presunto inquinamento legato alle fumate nere registrate tra il 2020 e il 2021 e quella chiusa a dicembre dal pm della Dda, Danilo Tronci sul presunto acquisto irregolare di greggio dall’Iraq nel 2016, quando quell’area era in mano all’Isis.

Francesco Pinna

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