Promesse di lavoro in cambio di voti, 15 indagati a Oristano: c’è il primo nome
L’inchiesta della Digos è partita un anno fa durante la campagna elettorale per le Regionali di febbraio 2024Posti di lavoro in cambio di voti. Un metodo piuttosto disinvolto per cercare di recuperare preferenze per uno dei tantissimi candidati nella circoscrizione di Oristano alle Regionali febbraio 2024. E soprattutto è il nodo centrale dell’inchiesta della Procura che contesta a 15 persone la violazione dell’articolo 96 del Testo unico delle Leggi elettorali, sul libero esercizio del diritto di voto.
Il primo nome a finire sul registro degli indagati sarebbe quello di Maria Immacolata Orrù, 61 anni di Sassari, che secondo gli inquirenti avrebbe messo in piedi un sistema per procurare consensi al marito Gian Carlo Serra, ex consigliere comunale di Sassari, candidato nella lista dell’Udc. Sull’indagine c’è massima riservatezza, gli accertamenti sono in corso e non si escludono ulteriori sviluppi.
Secondo gli uomini della Digos, guidati dalla commissaria capo Federica Sanna, la 61enne con una rete di collaboratori avrebbe ripetutamente chiamato a raccolta disoccupati o persone in difficoltà economica promettendo a tutti un lavoro sicuro in una struttura per anziani o altri benefici in cambio di un voto per il marito. Gli impegni presi, nonostante il pacchetto di oltre 900 preferenze, non solo non sono bastati a Serra per arrivare in via Roma ma sono sfociati in un terremoto giudiziario.
L’inchiesta è stata lunga e complessa. Sono state sentite numerose persone, acquisiti atti ed effettuate perquisizioni in uffici e sedi elettorali, sono stati sequestrati diversi atti e un telefonino.
Circa un anno fa l’iscrizione nel registro degli indagati di Maria Immacolata Orrù, assistita dall’avvocato Giancarlo Frongia.