Per sei anni hanno lottato contro il progetto dell'impianto termodinamico di San Quirico. E la sentenza del Tar è la conferma che la battaglia del Comitato per la Salute e la qualità della vita non è stata inutile.

L'idea della società Solar power prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica costituito da pannelli solari e una centrale a biomassa, con un investimento da 80 milioni di euro. L'impianto di tipo industriale dovrebbe sorgere nelle campagne tra San Quirico e Tiria, in una zona a forte vocazione agricola. Ma i residenti nelle borgate si sono opposti da subito all'iniziativa, hanno costituito un comitato spontaneo da sempre in prima linea affiancato dai Comuni di Oristano e Palmas Arborea, da associazioni di categoria, sindacati e anche dalla Provincia.

"Le comunità locali hanno il diritto di decidere sul proprio territorio - osserva il portavoce Antonello Garau -. Non si costruisce un impianto industriale sottoposto alle direttive Seveso in un'area agricola, a 500 metri dalle abitazioni, da aziende agro-zootecniche e da un bosco".

Il comitato non è mai stato contrario alle energie rinnovabili ma ha sempre contestato l'ipotesi di realizzarlo in quella zona: "E abbiamo contestato la scelta dell'ex sindaco Tendas che, non seguendo gli indirizzi del Consiglio comunale, ha anteposto l'interesse di una società bolzanina a quelli dei suoi concittadini".

Contrari gli attuali sindaci di Palmas Arborea e Oristano Andrea Pisu Massa e Andrea Lutzu che insieme al comitato e alla Regione si sono opposti al ricorso della ditta. "Tutti coloro che hanno sponsorizzato questa iniziativa dovrebbero chiedere scusa agli abitanti di San Quirico, Tiria e agli oristanesi tutti" conclude Garau.
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