Santa Giusta, lezione nella cripta con sorpresa: il georadar evidenzia “anomalie” nella basilica romanica, analisi in corso
Curiosa scoperta durante un incontro formativo per 25 studenti della facoltà universitaria di ArchitetturaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è una nuova tomba? Oppure un muro? Chissà. Per scoprirlo bisogna attendere le analisi degli esperti. Quella che doveva essere una lezione sul tema del restauro del Romanico in Sardegna dall'Ottocento a oggi, è diventata una sorpresa.
Nella cripta presente all’interno della basilica di Santa Giusta, all’ingresso del paese, il georadar ha fatto notare agli esperti la presenza di diverse “anomalie”. Ora verranno analizzate per capire cosa racconta uno degli edifici religiosi più caratteristici del periodo romanico in Sardegna.
All’interno della cripta, l’unica del periodo romanico in Sardegna ad essere interamente costruita in muratura e dove sono custodite le reliquie della Sante Giusta, Giustina ed Enedina, erano presenti 25 studenti della Facoltà di architettura dell'Università di Alghero, specializzandi in archeologia. Tutti coinvolti in un'esperienza formativa sul campo, tra teoria, storia e prassi del restauro. Un evento promosso dall’Ateneo in collaborazione con la Fondazione Sardegna Isola del Romanico. I professori Bruno Billeci e Maria Dessì hanno prima affrontato il tema della tutela e del restauro dell’architettura, poi, durante la visita guidata alla basilica, hanno simulato una campagna diagnostica con il georadar, una strumentazione non invasiva che negli ultimi anni ha assunto una grande rilevanza per la diagnostica della sicurezza delle infrastrutture.
«Durante l'illustrazione delle metodologie di analisi e tecniche di restauro - spiega Antonello Figus, presidente della Fondazione - la strumentazione ha evidenziato delle anomalie. Ora gli esperti inizieranno lo studio per capire cosa si nasconde sotto terra. Gli studenti hanno vissuto un prezioso momento di apprendimento attivo con sorpresa inaspettata. Ora non ci rimane che attendere l'esito delle analisi».
L'evento si inserisce in un percorso di studio e valorizzazione del patrimonio romanico sardo, che ha l’obiettivo di riflettere sulle pratiche di restauro attraverso un dialogo tra ricerca accademica, esperienza sul campo e patrimonio culturale.