«Da febbraio la Tac a 128 strati sarà a disposizione dei pazienti». Era gennaio 2024, i programmi della Asl erano ambiziosi e ottimistici. Un anno e mezzo dopo quel macchinario di ultima generazione è fermo o sottoutilizzato per mancanza di radiologi. «Ora è ferma da diversi mesi – osserva Giampiero Sulis, radiologo e segretario territoriale dell’Ugl – non ci sono specialisti a sufficienza, adesso al Corpo P si fanno solo ecografie e senologia».

Resta la Tac del Dea per chi arriva dal Pronto soccorso e per gli interni, solo in casi di estrema urgenza prende in carico pazienti esterni. «Che la Tac del territorio sia ferma è inconcepibile – aggiunge Sulis – non c’è un’idea, né una visione di ospedale». Il commissario straordinario della Asl Federico Argiolas conferma che «la Tac è perfettamente funzionante, purtroppo la carenza di radiologi, ormai strutturale e comune ad altri reparti, non ne consente al momento il pieno utilizzo».

Problemi anche per la risonanza magnetica. «Il macchinario è stato installato ed è in fase di collaudo – aggiunge il commissario - Entrerà in funzione dopo la formazione degli operatori, ben prima del 31 dicembre, scadenza prevista dal progetto finanziato con fondi Pnrr. Insieme ad Ares ci stiamo adoperando perché i primi casi vengano presi in carico già entro questo mese».

La Radiologia è in totale sofferenza: a breve andranno via due specialisti, l’organico si riduce a sei medici e il primario (ma tre non fanno le notti). Presumibile che la strada per uscire dall’empasse sarà quella dei consulenti esterni che, a parità di prestazione, intascano uno stipendio ben più alto rispetto al personale strutturato.

È singolare infine, come fanno notare i sindacati, che l’ospedale di comunità di Ghilarza (dove non c’è un Pronto soccorso) abbia 3 radiologi e Bosa 2.

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