Cinquant’anni di storia, tra traguardi, successi e problematiche affrontate. Oggi Coldiretti Oristano ha festeggiato mezzo secolo di attività con una giornata che ha unito memoria, analisi e visione sul futuro. Il compleanno della Federazione si è aperto questa mattina con un momento intimo.

A seguire, nella sala dell’Hotel Mistral 2, il convegno che ha riunito i vertici del mondo agricolo e istituzionale. Il presidente Paolo Corrias ha ripercorso il valore sociale, economico e umano di questa storia lunga mezzo secolo. «Questa Federazione ha sempre dato voce alle aziende dell’Oristanese e oggi più che mai rinnova la sua missione: restare accanto a ogni comparto, dall’agricoltura alla zootecnia fino alla pesca, senza distinzioni».

Corrias ha poi richiamato anche gli impegni futuri: «Il nostro percorso continua nei tavoli regionali, nazionali e internazionali. L’Oristanese deve essere protagonista delle scelte che riguardano il suo futuro produttivo. Continueremo a portare le istanze delle imprese dove si decide il destino dei comparti, con la stessa determinazione che ci guida dal 1974».

Per il direttore Emanuele Spanò, inoltre, «il nostro territorio esprime una delle filiere agricole più rilevanti della Sardegna, con una crescita costante negli ultimi anni sia sul fronte delle imprese associate sia sul valore complessivo della produzione. I dati mostrano un comparto vitale, che si sta riorganizzando e che affronta con serietà i cambiamenti strutturali e climatici».

Dai lavori sono emersi anche i numeri di Coldiretti Oristano che rappresenta 7 uffici zona e 39 recapiti che coprono l’intero territorio. «Il ruolo di Coldiretti è accompagnare questo sviluppo con servizi, tutela e programmazione. Il nostro obiettivo è trasformare le criticità in leve di crescita, soprattutto sul versante della logistica, dei trasporti e dell’accesso ai mercati». 

Ha partecipato il direttore regionale Luca Saba che portando anche il saluto del presidente Battista Cualbu ha affrontato temi di carattere regionale e nazionale: «Coldiretti ha nel suo Dna una cultura di proposta, stimolo ma anche pressione per le istituzioni per mettere in campo le giuste politiche ma non bastano più le parole, servono azioni concrete. La Regione Sardegna ha cambiato un assessore all’Agricoltura ogni due anni: un ritmo insostenibile per un settore così importante per il sistema economico regionale. La macchina amministrativa non risponde ai bisogni delle imprese e, anche quando la politica interviene, troppo spesso le misure non ricadono correttamente sul territorio, a partire dai pagamenti. Le riforme vere partono dalla base: personale, enti, formazione dei dirigenti. Abbiamo ottenuto risultati importanti grazie all’impegno dei nostri soci, giovani e storici, ma il mondo corre e cibo e acqua sono temi globali. La Sardegna ha le risorse per essere protagonista, però servono scelte chiare. Abbiamo già perso vent’anni: senza un salto di qualità continueremo solo a tamponare, mentre noi vogliamo costruire il futuro con innovazione, servizi e tecniche che siamo pronti a mettere in campo».  

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