Cabras, la “guerra” dei ricci. Le associazioni: «Non comprateli»
Ristoratori spaccati, ma molti sono dalla parte dei pescatori: «Lasceremo la polpa rossa nel menù, tutti la chiedono»Ricci (Ansa)
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Spaghetti ai ricci e polemiche. Se da una parte i ricciai di Cabras, circa sessanta, stanno per indossare nuovamente la muta per immergersi a caccia dell’oro rosso, dopo che la Regione ha fatto dietrofront eliminando il fermo che era previsto per i prossimi tre anni, c’è chi sta tentando in tutti i modi di boicottare la vendita.
L'associazione QuiEtica, come lo scorso anno, attraverso i social ha promosso una campagna per convincere i sardi a non acquistare i ricci per evitare lo spopolamento del mare.
Appena la Regione ha annunciato di aprire la pesca è scesa subito in campo: «Ci risiamo - scrive l’associazione nella pagina Facebook - ancora una volta la politica, quella che dovrebbe tutelare il bene comune si è dimostrata inadeguata. Dobbiamo evitare tutto questo facendo a meno di consumare i ricci in tutte le sue forme».
Ma non solo. QiuiEtica è pronta per ridistribuire nelle attività commerciali tutto il materiale utile per spiegare ai clienti il perché è importante non consumare la risorsa.
I RISTORATORI – Sul fronte ristoratori invece ci sono pareri discordanti: c’è chi ha deciso ugualmente di non mettere in menù i ricci e chi è pronto per servire spaghetti con la polpa rossa.
Dal ristorante “Il Caminetto", nel centro storico di Cabras, parla il titolare Renzo Canu: «Visto che la pesca è stata aperta io proporrò anche i ricci. Me li chiedono in continuazione».
Marco Pinna è il gestore dell’ittiturismo Acquaurchi, nella strada provinciale che da Cabras porta alla cosa: «Niente ricci, anche se qualcuno quando chiama per prenotare ci chiede se in menù ci sono».
Il ristorante “Leopardi”, in corso Italia non cambierà abitudine: «Anche questa volta offriremo tanto altro - ha detto Giorgia Virdis, la figlia del titolare - Quindi niente polpa rossa».