Per ora si vedono solo tre aree circondate da una rete metallica: servono per limitare al massimo il rischio di interazione con le attività di curiosi e bagnanti. Del resto è qua che a breve ci sarà uno spettacolo della natura. Conto alla rovescia nella costa del Sinis per accogliere le tartarughe.

Nelle spiagge dove un esemplare di Caretta Caretta nelle settimane scorse ha depositato le uova, i ricercatori del CreS installeranno delle foto trappola per immortalare il lieto evento. La prima nascita dovrebbe avvenire nel litorale di Maimoni quindi a fine agosto: è qui che al calar del sole, dopo le 19 del dieci luglio scorso, una Caretta Caretta è riuscita a depositare un nido. Un evento unico per questa zona, anche perché i granuli sciolti non erano considerati di certo l'ambiente ideale per scavare.

«Intanto però è accaduto - spiega Elisa Mocci, coordinatrice della Rete regionale per la conservazione della fauna marina - Sono informazioni che arricchiscono le nostre conoscenze ei dati regionali».

La prima settimana di settembre invece l'attenzione si sposterà nel litorale di San Vero Milis, più precisamente a Sa Mesa Longa. Qui il sedici luglio è stato trovato un altro nido di Caretta caretta. L'ultima scoperta nel Sinis risale invece al 28 luglio: l'esemplare ha lasciato le uova a S'archeddu e Sa Canna, su una duna, in una zona difficile da scavare. Nel primo sito tra non molto entreranno all'opera i ricercatori del Cnr Andrea De Lucia, Simone Fazio e Roberto Loche e il biologo Roberto Brundu per l'Area marina protetta del Sinis.

«Siamo fortunati perché tutti e tre i siti - spiega Elisa Mocci - sono lontani dalla folla dei bagnanti. Come prevede il protocollo, i nostri telefoni saranno collegati ad una foto trappola che nel primo sito verrà installata tra poco, 40 giorni dopo il ritrovamento. La strumentazione ci comunicherà in tempo reale la presenza di movimenti sospetti. A quel punto raggiungeremo immediatamente la zona». Ci sarà prima una schiusa naturale: «Verrà installato una corsia di lancio che permetterà alle piccole tartarughe di raggiungere il mare - spiega ancora Mocci - Dopo alcuni giorni dalle varie nascite gli esperti effettueranno invece l'apertura della camera del nido per capire se c'è la presenza di altre uova».

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