Bella ma blindata. Nell’Area marina protetta del Sinis, nonostante la stagione estiva sia alle porte, ancora non è consentito svolgere nessuna attività che prevede un’autorizzazione da parte degli uffici di corso Italia. Questo perché il Ministero dell’Ambiente, che regola il parco marino, non ha ancora approvato il disciplinare che il Comune ha inviato a ottobre scorso.

Si tratta di quel documento che stabilisce le regole e le modalità per svolgere le attività consentite all'interno della riserva, senza danneggiare l'ambiente marino. Un ritardo mai visto che preoccupa gli amministratori comunali.

«Da parte del Comune di Cabras pochi giorni fa è partito il terzo sollecito  - spiega il sindaco Andrea Abis - Siamo in una fase di blocco totale, non possiamo consentire nessuna attività che prevede un’autorizzazione, assurdo. Eppure le tante integrazioni che ci hanno chiesto da Roma sono state inviate. Non rimane che rivolgermi al capo di Gabinetto del Ministero che dirige e coordina gli uffici».

Della stessa idea il direttore del parco Massimo Marras: «Ora invieremo un sollecito scritto ogni settimana - spiega - Stiamo ricevendo polemiche e lamentele». 

Non è consentita quindi la pesca sportiva e ricreativa, ma nemmeno l’ormeggio nel campo boe di mare Morto. Vietate le attività commerciali come il trasporto dei passeggeri sopra i gommoni. Poi gli eventi sportivi e le attività di ricerche scientifiche e riprese fotografiche. Non è vietata la navigazione, quindi il transito, ma su questo è meglio stare attenti.

«Chi ha un gommone e vuole raggiungere l’Amp - precisa Marras - per poi calare l’ancora rischia la sanzione. Il disciplinare serve infatti anche a stabilire dove l’ancoraggio è possibile». Ogni anno le concessioni che vengono rilasciate dall’Area marina protetta del Sinis sono circa 650. «Rilasciamo 110 ogni autorizzazioni all’anno per gli ormeggi a mare morto - spiega il direttore Marras - 400 per la pesca ricreativa e circa dieci per le attività commerciali». 

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