Per i ricciai di Cabras ancora nessuna risposta sulla pesca dei ricci. I pescatori, che più di un mese fa sono stati accolti dal ministero dell'Ambiente per chiedere di poter immergersi all'interno dell'Area marina protetta, specchio d'acqua dove gli esemplari non possono essere raccolti ormai da cinque anni, non hanno ancora il via libera. E chissà se arriverà mai.

Intanto però il tempo passa e per loro si tratta di giornate lavorative perse. Il no però non è solo alla pesca dei ricci. All'interno dell'Area marina protetta del Sinis ad oggi non è possibile praticare nessuna attività. Il Ministero dell'Ambiente ancora non ha approvato il disciplinare che il Comune di Cabras, ente gestore del Parco, ha inviato a novembre scorso.

«Un problema non indifferente per tante categorie - fa sapere il primo cittadino di Cabras Andrea Abis, nonchè presidente della riserva marina - In questi mesi ci hanno chiesto integrazioni e precisazioni ma ancora tutto è bloccato. Non possiamo rilasciare nessuna autorizzazione dallo scorso 31 ottobre. So bene che il personale anche al Ministero è poco, e che la gestione del nostro parco non è semplice, ma noi stiamo vivendo un forte ritardo».

Vietata quindi la pesca sportiva e professionale, ma anche l'ormeggio, la navigazione da diporto, l'ancoraggio, l'attività di ricerca scientifica, la balneazione e la pesca ricreativa.

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