Il guardrail non ha retto all’impatto con la Volkswagen Golf che viaggiava verso Tortolì, centro che i tre operai morti ieri nel tragico incidente avrebbero dovuto raggiungere per fare la spesa. Il piantone della barriera in lamiera ha ceduto, rimanendo sospeso nel vuoto.

L’auto distrutta nell’incidente (E. Loi)

Su disposizione del magistrato di turno, Valentina Vitolo, i carabinieri della stazione di Villagrande hanno messo sotto sequestro il guardrail.

Nella tragedia avvenuta ieri mattina poco dopo le 11 hanno perso la vita Thamer Hamouda Ramzy Shehabeld, Ahmed Tafrih Ghandoyr Ahmed Sharweda, entrambi 33enni, e il 36enne Rizk Mohamed. Tre operai egiziani da pochi giorni in Sardegna, dipendenti di una ditta edile di Pavia che stavano lavorando alla realizzazione del nuovo ponte sul rio Figu Niedda.

Forse per la prima volta percorrevano la Provinciale 27, la “strada della morte”. Un cimitero di croci. Le vittime sono ricordate con lapidi, girasoli e ortensie. In certi punti la strada non ha protezione di guardrail né cartelli di segnalazione del pericolo imminente.

La tragedia è avvenuta in un punto critico che, in realtà, non sarebbe più dovuto esistere se gli enti competenti avessero concretizzato l’intervento progettato nel 2008 e finanziato con 9 milioni di euro. Il nuovo ponte di Sothai avrebbe evitato ai tre operai egiziani di transitare in quelle curve troppo strette e accanto a burroni protetti da guardrail troppo fragili.

«Non ci sono soldi per i lavori. In verità le risorse sono disponibili nelle casse della Provincia di Nuoro che le trattiene e non le gira alla Provincia dell’Ogliastra», sbotta assistendo alle operazioni di recupero dei corpi Alessio Seoni, sindaco di Villagrande e presidente della neonata Provincia Ogliastra.

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