Nuoro, al Pronto Soccorso arriva il modello “See and Treat”: è il primo in Sardegna
È un ambulatorio per ridurre le attese dei pazienti con problemi sanitari minori e decongestionare gli accessi al PsPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Parte dall’ospedale San Francesco di Nuoro la sperimentazione del modello “See and Treat”, un nuovo approccio organizzativo per la gestione dei codici a bassa complessità nei Pronto Soccorso. Si tratta della prima attivazione in Sardegna, grazie a un progetto pilota promosso dalla Regione.
Il nuovo ambulatorio, attivo da ottobre nelle ore mattutine dal lunedì al venerdì, sarà pienamente operativo entro novembre, una volta completato l’aggiornamento del sistema informatico.
Il modello “See and Treat” (in italiano “Vedi e Cura”) è già in uso da circa un decennio in Toscana ed è diffuso anche in altre regioni italiane.
L’obiettivo è ridurre le attese per i pazienti con problemi sanitari minori, migliorare l’efficienza del Pronto Soccorso e decongestionare gli accessi.
Il percorso è rivolto ai pazienti che si presentano con patologie a bassa intensità di cura, spesso dovute alla difficoltà di reperire medici di base o guardie mediche. Dopo la valutazione al triage, se il caso lo consente, il paziente può essere indirizzato all’ambulatorio dedicato, gestito da infermieri appositamente formati, che possono in ogni momento consultare un medico del Pronto Soccorso.
A spiegare il funzionamento sono la direttrice del Pronto Soccorso, Michela Matta e Pietro Pittalis, responsabile organizzativo: «L’ambulatorio See and Treat consente una risposta più rapida ed efficace ai pazienti che non richiedono un percorso di emergenza-urgenza completo. Spesso si tratta di situazioni che potrebbero essere gestite sul territorio, ma che, a causa delle criticità della medicina di base, finiscono per intasare il Pronto Soccorso».
L’iniziativa si inserisce nelle linee guida ministeriali per il triage intraospedaliero, che raccomandano la creazione di percorsi differenziati in base alla priorità clinica, come stabilito nell’accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013.
Non tutti i pazienti potranno accedere al nuovo servizio: restano escluse le situazioni che necessitano approfondimenti diagnostici complessi, come dolori addominali, problemi neurologici o sintomi cardiovascolari.
Soddisfatto il commissario straordinario della Asl 3, Angelo Zuccarelli: «Questo modello rappresenta un passo avanti verso una gestione più moderna e razionale dell’assistenza, con un occhio attento all’equilibrio tra ospedale e territorio. In altri Paesi, come il Regno Unito, iniziative simili hanno portato a una significativa riduzione degli accessi impropri in Pronto Soccorso».
Il progetto è stato accompagnato da un’attività di formazione e affiancamento del personale, per garantire l’efficacia del nuovo sistema e la sicurezza delle cure.
(Unioneonline/Fr.Me.)