Morte di Mesina, la garante dei detenuti: «Verso di lui una vendetta di Stato»
Irene Testa: «Malato, i suoi legali chiedevano la scarcerazione da un anno. Non c'è stata pietà né senso di umanità»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Verso Mesina una vendetta di Stato. Hanno aperto le porte del carcere per mandarlo a morire nel reparto detentivo ospedaliero».
Lo scrive su Facebook la garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa, in merito alla morte di Graziano Mesina, avvenuta questa mattina alle 8 a poco meno di 24 ore dal differimento della pena per motivi di salute, nel reparto ospedaliero pp dell'ospedale San Paolo di Milano, dove si trovava come malato terminale per un tumore.
«Da oltre un anno le sue legali presentavano istanze rispetto alla sua grave condizione sanitaria. Ma non c'è stata pietà né senso di umanità», aggiunge ancora Testa, «non c'è stato il rispetto del diritto che consente anche a chi ha sbagliato di poter coltivare affetti e di poter scontare la detenzione nel luogo di residenza. Lo Stato ha applicato con lui la vendetta. Come anche “Grazianeddu” fece da ragazzino cresciuto in una cultura difficile. Appunto. Ma è grave che la vendetta sia stata praticata dallo Stato in un Paese dove lo stato di diritto deve essere il faro della giustizia».