Si è avvalso della facoltà di non rispondere Peppino Puligheddu, 60 anni, originario di Orgosolo, comparso questa mattina davanti al gip di Nuoro Giovanni Angelicchio. L’uomo, difeso dagli avvocati Paola Marteddu e Giovanni Angelo Colli, ha preferito non rispondere alle domande del giudice durante l’interrogatorio di garanzia. Il Gip ha confermato la misura cautelare in carcere.

Puligheddu si è limitato a fornire una breve spiegazione in merito alla sua fuga, iniziata martedì scorso e terminata venerdì, sostenendo che si era allontanato “solo provvisoriamente”, per occuparsi di alcuni cavalli da accudire, e che sarebbero stati in difficoltà con il suo arresto, aggiungendo che non aveva alcuna intenzione di sottrarsi definitivamente alla giustizia.

Il 60enne era stato arrestato venerdì scorso dopo due giorni di latitanza e quattro di fuga. Si era reso irreperibile martedì mattina, quando gli agenti si erano presentati alla sua abitazione per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nell’ambito dell’inchiesta della procura di a Nuoro e della polizia barbaricina sulla banda dei portavalori, a cui vengono addebitati i colpi di Torpè del marzo scorso, e un tentato colpo al portavalori della Battistolli, ad agosto, smantellata nei giorni precedenti.

Puligheddu, indicato dagli inquirenti come presunto capo del gruppo, si è consegnato spontaneamente nel primo pomeriggio di venerdì agli agenti della Squadra Mobile di Nuoro, con il supporto del Commissariato di Olbia, a San Teodoro, ponendo fine a una breve ma intensa caccia all’uomo.

In manette erano già finiti Michele Carta (41 anni, di Siniscola), Riccardo Mercuriu (30, di Mamoiada, difeso dall’avvocato Francesco Lai), Antonio Saccheddu (35, di Orgosolo, difeso dall’avvocata Margherita Baragliu), Alessandro Dessolis (41, di Orgosolo, assistito dal legale Stefano Murgia), Giovanni Piras (29, di Orgosolo, difeso da Carmelino Fenudi) e Pasquale Musina (49, anche lui di Orgosolo, difeso dall’avvocato Riccardo Floris). Puligheddu, attualmente è detenuto nel carcere di Badu ’e Carros.

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