Un momento di verifica e confronto, ma anche di lucida autocritica. È il bilancio tracciato dal canonico don Sandro Serreri, cancelliere della Diocesi di Tempio-Ampurias, dopo l’incontro sinodale diocesano svoltosi il 18 ottobre a Tempio Pausania, indetto dal vescovo mons. Roberto Fornaciari. Sulle pagine del periodico Gallura e Anglona, organo ufficiale della Diocesi, don Serreri ha proposto una riflessione ampia e schietta, tra criticità e timidi segnali di ripresa e di rinascita.

Nel clima raccolto di un fine settimana autunnale, l’assemblea diocesana ha tirato le somme di un percorso che, seppur segnato dall’impegno e dalla dedizione di molti, mostra ancora difficoltà nel camminare insieme. “La diocesi – osserva Serreri – è in cammino, ma in salita”. A destare preoccupazione è la mancanza, in molte parrocchie, dei Consigli parrocchiali, strumenti essenziali per la partecipazione e la corresponsabilità. La loro mancanza, sottolinea il cancelliere, è segno di una sinodalità ancora fragile, di una Chiesa che fatica a “sapersi attendere” e a riconoscersi comunità viva. Altro nodo irrisolto è quello della formazione del laicato: senza laici preparati e corresponsabili, difficilmente le comunità potranno affrontare un futuro in cui non sempre sarà presente un sacerdote residente. Non sono mancate le ombre anche sul piano della partecipazione: lo scarso numero dei presenti all’incontro ha evidenziato un cammino sinodale che “non ha ancora toccato i cuori”, segno di una Chiesa spesso “stanca e seduta”, come la definisce Serreri. Eppure, tra le difficoltà, emergono segnali di speranza. Nelle comunità più vive si avverte il fermento del “piccolo resto”, la fede silenziosa ma operosa di chi, pur tra fatiche, continua a credere nella forza del Vangelo. Don Serreri invita a guardare con fiducia al futuro, con “la pazienza dei piccoli passi” e il coraggio di abbandonare abitudini sterili. Un cammino in salita, sì, ma ancora possibile: una Chiesa che, pur tra le fatiche, resta chiamata a essere lievito di pace e speranza nel cuore della Gallura.

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