Esitazioni e amnesie, in una prima fase, tanto che il procuratore Gregorio Capasso ha dovuto fare ricorso ai verbali dei carabinieri per ricevere delle risposte compiute. Poi, anche se non senza difficoltà, ha ingranato la testimonianza dell’amica della presunta vittima dello stupro di gruppo, avvenuto a luglio del 2019 in una villa di Porto Cervo, per il quale sono accusati Ciro Grillo e tre suoi amici. 

L’udienza è ancora in corso in aula, davanti ai giudici del Tribunale di Tempio. In apertura è stata rilevata l’assenza di un altro testimone chiave, un amico della giovane abusata. Così si è passati all’esame dell’altra ragazza che aveva rivelato agli inquirenti di aver raccolto le confidenze dell’amica italo-norvegese, quando al rientro dall’Isola, a Milano, sosteneva di essere stata stuprata da quel gruppo di ragazzi. 

All’inizio, questa mattina, ha detto di non ricordare granché di cosa le fosse stato raccontato. Sollecitata dal magistrato ha poi confermato che la presunta vittima dello stupro le aveva rivelato di aver subito violenze, e che avesse anche sottolineato di essersi trovata in uno stato di incapacità e offuscamento dovuto all'ubriachezza. Ha anche aggiunto di aver ricevuto, attraverso Snapchat,  le foto con dei lividi sul corpo dell’amica, che sarebbero stati provati dall’uso della forza durante il rapporto. 

(Unioneonline)

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