Dopo la richiesta del pm Capasso di condanna a 9 anni per Ciro Grillo e per i suoi tre amici accusati di stupro di gruppo nei confronti di una ragazza, nell’aula del tribunale di Tempio dove si celebra il processo ha preso la parola l’avvocata Giulia Bongiorno, legale della presunta vittima.

Un’apertura shock quella del suo intervento: «La mia assistita nelle chat è stata definita “troione”, non perché lo era ma perché lo è diventata dopo avere bevuto la vodka. Non lo era prima, ma dopo la vodka».
Bongiorno ha detto che la sua assistita è stata sottoposta a 1675 domande, «credo che non ci siano precedenti. Il contraddittorio va bene, ma anche la vittima ha i suoi diritti. Ha i suoi diritti!», ha affermato.

Ancora, Bongiorno ha sottolineato come «le ragazze nelle chat vengono chiamate sistematicamente “troie”. Dalle chat emerge quale sia la concezione della libertà della donna. Non importa cosa vuole la “troia” di turno».

L’avvocata ha poi indicato alcune chat con conversazioni degli imputati, dalle quali emergerebbe il totale disprezzo e disinteresse per l’autodeterminazione della donna.

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