«Nuovi scavi e incisioni sul “muro della vergogna”, nella parte alta della duna fossile di Cala di Trana. Una zona che dovrebbe essere recintata e protetta, ed è invece aperta a ogni forma di vandalismo. Un degrado senza fine». Lo hanno denunciato ieri, con foto e filmati, gli Amici di Talmone e Cala di Trana, il comitato che da anni si batte per la tutela di quel pregiato tratto di costa di Palau.

«Vengano presto adottati opportuni interventi per la tutela di questo delicato ecosistema dunale», è il loro appello, considerati non solo gli atti vandalici posti in essere ma che i comportamenti scorretti sotto vari aspetti che rischiano il degrado se non la compromissione della zona.

Solo qualche giorno fa, gli Amici di Talmone e Cala di Trana, avevano segnalato il fatto che la recinzione, realizzata anni fa dalla Giunta del sindaco Pietro Cuccu, fosse ormai piuttosto usurata. «I paletti di sostegno sono ammalorati alla base e non reggono più. Alcuni sono completamente mancanti, altri caduti o divelti dal vento e dalle mareggiate, altri ancora, quelli alla base della duna, insabbiati. Il cordino di recinzione è usurato e rotto in numerosi punti. In alcuni tratti è stato riannodato o unito con del fil di ferro o cordame plastico. Non si tratta comunque della corda originale in fibra vegetale, già sbriciolatasi diversi anni fa, ma di un cordino più fino e non adeguato a una recinzione dell’ecosistema dunale».

Dopo aver ricordato come quella duna fossile, risalente all’Olocene, sia letteralmente presa d’assalto durante la stagione estiva e come senza un’adeguata recinzione e cartellonistica nella parte alta della duna faccia sì «che escursionisti provenienti dal sentiero e villeggianti arrivati via mare con barche e gommoni calpestino quotidianamente la duna. Adulti ed adolescenti si lasciano rotolare lungo il pendio, che chiamano “lo scivolo”, in una corsa verso il mare che trascina con sé ingenti quantitativi di materiale sabbioso, che viene poi disperso durante le mareggiate autunnali».

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