Il Comune di Olbia nella Fondazione Michelucci: obiettivo completare il teatro eredità del maestro
Sarà rappresentato dall’architetto e professore universitario Vanni MacioccoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non solo città che ospita l’ultima opera (benché ancora da ultimare) di Giovanni Michelucci, il teatro sull’acqua disegnato quando il maestro aveva quasi cent’anni, ma partner a tutti gli effetti della Fondazione che ne porta il nome e custodisce la preziosa eredità.
Il Comune di Olbia entra nel consiglio di amministrazione affiancandosi agli altri tre luoghi simbolo, Firenze, Pistoia e Fiesole, e a rappresentarlo sarà l’architetto e professore universitario Vanni Maciocco. Una scelta che è fortemente simbolica, di investimento sulla cultura, ma non solo, e tra i progetti in corsa c’è un protocollo d’intesa che potrebbe portare a ulteriori fondi per completare un teatro che nella visione di Michelucci era molto imponente e che oggi è uno dei motori intorno al quale ruota il grande progetto di rigenerazione urbana dei quartieri sud di Olbia.
L’ingresso a pieno titolo nella Fondazione è stato illustrato stamattina in una conferenza stampa del sindaco Settimo Nizzi e dalla presidente Silvia Botti insieme al direttore Andrea Alardi, al neo consigliere Vanni Maciocco e alle funzionarie del Comune Gianna Masu e Stefania Giua.
«Un passo importante per la città di Olbia – ha detto Nizzi – che viene percepita come poco acculturata e dedita all’effimero. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando perché sia l’esatto contrario. Per noi entrare a far parte della Fondazione è motivo di grande orgoglio e continueremo a lavorare affinché l’opera sia completata». Un riconoscimento al lavoro del Comune è arrivato da Silvia Botti: «Dobbiamo ringraziare la città perché oggi non è da tutti dedicare investimenti alla cultura. Olbia non solo ospita un’opera di Michelucci ma crede fortemente nel suo valore ». Aleardi e Macciocco si sono poi soffermati sull’eredità di Michelucci e la sua concezione di architettura e di città.
Dal simbolico al pratico: c’è in ballo un protocollo di intesa, che sarà presentato al Ministero, e ha l’obiettivo di completare l’opera (che prevedeva anche un centro di produzione) attingendo a fondi europei.
Il teatro, nella sua parte all’aperto, l’unica esistente, è realizzato sui disegni realizzati dal maestro toscano tra la fine del 1989 e il 1990. Fu lui stesso a sceglierne la collocazione su quella sponda sud del golfo che oggi è al centro di un imponente progetto di rigenerazione urbana. Una sorte che sarebbe piaciuta a Michelucci, fautore di un’architettura pienamente inserita nel tessuto sociale.