Dermatite bovina, l’appello dalla Gallura: «Vaccinazione al 97%, sbloccate la movimentazione»
Coldiretti: «Devono essere premiati gli sforzi delle aziende virtuose»Video di Massimiliano Rais
Dopo un lungo periodo di preoccupazione parte dalla Gallura il segnale di fiducia nella lotta alla dermatite nodulare contagiosa bovina (Lumpy Skin Disease). Grazie all'impegno degli allevatori e alla collaborazione con i servizi veterinari, la copertura vaccinale ha ormai toccato il 97% delle aziende e il 95% dei capi bovini sul territorio.
È proprio sulla base di questi risultati che la Gallura vuole fare da apripista e lancia la richiesta alle istituzioni competenti di deroghe per consentire la ripresa delle movimentazioni dei capi.
«Il quadro epidemiologico è profondamente mutato», sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, che si fa portavoce della Gallura, «grazie alla responsabilità e all'impegno degli allevatori galluresi, la campagna vaccinale ha raggiunto livelli di copertura tra i più alti d'Italia. Per questo abbiamo scritto ufficialmente alle autorità competenti a livello regionale e nazionale per lanciare la nostra richiesta: confidiamo che si possa arrivare quanto prima all'eliminazione delle zone di restrizione, non solo in Gallura ma in tutte le aree virtuose che hanno seguito le regole», aggiunge, «siamo convinti che a breve ci potranno essere buone notizie in base alle interlocuzioni che stiamo portando avanti quotidianamente con le istituzioni preposte».
Sono pochissime le aziende che non hanno completato le vaccinazioni, «ma per noi è fondamentale che vengano premiati gli sforzi di chi ha seguito le indicazioni», continua Cualbu, «è necessario un doppio binario: sostegno concreto e riconoscimento del lavoro corretto fatto da chi si è messo in regola. Da qui deve ripartire la possibilità di movimentare e commercializzare, due aspetti vitali per le nostre aziende che continuano a perdere economia ogni giorno di fermo. Il nostro prodotto è fortemente richiesto e ha un grande valore di mercato: confidiamo che questi sforzi vengano presto ripagati anche in termini di ristori, perché, pur essendo stati stanziati i fondi, non sono ancora arrivati come dovrebbero nelle casse delle imprese».
L'obiettivo, ora, è che questo modello possa essere esteso a tutte le altre zone virtuose dell'isola, garantendo la riapertura graduale delle attività e la tutela dell'intero comparto zootecnico. «Il comparto bovino ha pagato un prezzo altissimo in termini economici», aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, «la sospensione delle movimentazioni e il blocco delle vendite hanno generato perdite pesantissime, con un impatto diretto sulla liquidità delle aziende e sulla tenuta dell'intero sistema. È indispensabile ripristinare al più presto tutti i canali commerciali: ogni giorno che passa è un giorno perso nella competizione dei mercati, nella fidelizzazione dei clienti e nella valorizzazione di un prodotto, quello sardo, che aveva raggiunto livelli di qualità e di richiesta altissimi. Dobbiamo ridare fiato alle aziende che hanno fatto tutto ciò che era richiesto, e oggi meritano di poter ripartire».
(Unioneonline)
