«Una persona sempre disponibile, un bonaccione», «un uomo al servizio degli altri», «un bravissimo soccorritore», «dolce, altruista, grandi valori umani».

Così tutti ricordano Marco Pusceddu, 51enne freddato giovedì sera, poco prima di mezzanotte, nella sede di Buddusò dell’Intervol, dove prestava servizio come soccorritore del 118. A Domusnovas, paese in cui è cresciuto, e a Portoscuso, centro in cui risiedeva. Amici e colleghi del mondo del volontariato lo ricordano come una persona buona.

Eppure qualcuno lo odiava, tanto da freddarlo con cinque colpi di pistola al petto e al volto.

L’omicidio

Il killer si è mosso a piedi, ha percorso via Pietro Nenni, aggirato un muretto a secco e raggiunto la palazzina su due piani in cui si trova la sede dell’Intervol. Ha citofonato all’ingresso dell’associazione di volontariato e, una volta aperta la porta da uno dei due colleghi del 51enne, ha chiesto proprio del suo bersaglio. «Cerco Marco Pusceddu», ha detto a voce alta e a volto scoperto. Pusceddu si è avvicinato ed è stato freddato in quella che il sindaco di Buddusò Massimo Satta definisce «un’esecuzione mafiosa».

Della caccia al killer si occupano i carabinieri del nucleo operativo di Ozieri e del comando provinciale di Sassari. Telecamere nella sede dell’Intervol non ce ne sono, ma l’assassino potrebbe essere stato ripreso da altri occhi elettronici.

Per il movente si ipotizza una vendetta personale, viste le modalità dell’esecuzione e alcuni episodi nel passato della vittima.

La misteriosa aggressione

Chi lo ha aggredito con il cric il 28 aprile in una piazzola di sosta dopo il distributore di Flumentepido? Chi era l'uomo scoperto nella sede di Berchidda dell’Intervol, dove lavorava anche Pusceddu, che poi ha fatto perdere le tracce? È lo stesso che l’ha ucciso?

«Marco era stato aggredito mentre soccorreva un amico in una piazzola di sosta dopo il distributore di Flumentepido», racconta Roberto Pusceddu, fratello di Marco. «Era in condizioni disperate, trasportato al Sirai era poi stato trasferito al Brotzu, dove è stato ricoverato due mesi». Un’aggressione mai denunciata, di cui lo stesso Pusceddu non riusciva a darsi spiegazione.

Da febbraio al giorno dell’agguato il 51enne lavorava come autista a Berchidda, dopo la convalescenza il medico competente non lo aveva ritenuto idoneo alla guida ed è stato quindi inviato a Buddusò come soccorritore.

E proprio a Berchidda, qualche mese fa, si è verificato un altro episodio misterioso che potrebbe avere a che fare con questo fatto di sangue. Un uomo fu scoperto nella sede Intervol dove lavorava Pusceddu, all’interno del cortile. E quando i volontari lo hanno individuato è sparito. Cercava Pusceddu?

Tutti i dettagli negli articoli di Emanuele Floris e Andrea Artizzu su L’Unione Sarda in edicola

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