Nell’ultimo bilancio ufficiale emergeva una buona dose di ottimismo: «Nessun focolaio, nessun capo morto e nessuno malato di blue tongue si è avuto in Sardegna nel 2015», diceva a settembre scorso l’assessore regionale alla Sanità. Oggi non è più così.

Venerdì sono stati trovati tre montoni infetti a Berchidda (dove nel weekend era in programma un’importante fiera del settore) ed è scattato il piano d’emergenza. In realtà, dicono gli addetti ai lavori, l’incubo non è mai finito.

La campagna di vaccinazione anche quest’anno è partita, il braccio di ferro tra allevatori e veterinari pubblici continua come sempre, le polemiche montano e la lingua blu non sembra stia scomparendo dall’Isola.

Sarà che molti pastori non vogliono piegarsi alla vaccinazione coatta perché sostengono che per gli animali è nociva? Oppure - come dice il consigliere regionale di Sardegna Vera, Gaetano Ledda, «è sbagliata la strategia che la Regione si sta ostinando a portare avanti, non disinfestando prima di tutto le aree dove proliferano gli insetti che diffondono il virus»?
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