«Le recenti dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, sollevano non solo preoccupazione, ma anche indignazione tra i pazienti oncologici e le loro famiglie. Le sue parole, mostrano una mancanza di rispetto per la sofferenza e i diritti dei malati». Così in una nota Gianfranco Angioni, Referente Regionale USB Sanità, circa le dichiarazioni di Bartolazzi legate al problema di «sostenibilità» economica di alcuni farmaci nell’Isola e l’idea di non somministrare a questo punto alcune terapie «ai pazienti di ottant’anni» o più.

«Tali affermazioni, oltre a non sorprendere considerate le diverse sue posizioni – prosegue Angioni – sono inaccettabili e feriscono profondamente coloro che vivono la dura realtà della devastante malattia. Classificare i pazienti in serie A e serie B è inaccettabile. La salute non dovrebbe mai essere oggetto di alcuna forma di discriminazione o riduzione a mere categorie economiche. L’idea di limitare le terapie oncologiche in base a considerazioni di sostenibilità finanziaria, età o altre variabili arbitrarie è inaccettabile e immorale. Ogni paziente ha diritto a ricevere tutte le cure necessarie, indipendentemente dalle circostanze personali o anche al limite degli 80 anni. È una questione di dignità umana, di giustizia sociale, e di rispetto per ciascun individuo che si trova a fronteggiare una malattia devastante come il cancro».
«Considerare la prevenzione come unico strumento da adottare a discapito delle cure necessarie – prosegue ancora Angioni sempre con riferimento alle parole con cui poi Bartolazzi, in una nota, ha provato a giustificare quanto dichiarato in precedenza – evidenzia una grave inadeguatezza nelle valutazioni mediche e deontologiche. La prevenzione è fondamentale, ma non può sostituirsi al trattamento. I pazienti oncologici hanno bisogno di terapie efficaci, di supporto emotivo e psicologico, e di un sistema sanitario che operi senza pregiudizi. Le parole dell’assessore, pertanto, non solo risultano inadeguate ma rivelano una visione distorta delle reali necessità del settore sanitario».

Quindi una nuova e amara considerazione sul «disastro oncologico che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti. Il polo oncologico regionale Businco rappresenta uno degli esempi più eclatanti di questa crisi. Privato delle specialistiche chirurgiche oncologiche, è diventato un “malato terminale” nel panorama della sanità regionale. Le lunghe liste di attesa e la mancanza di servizi essenziali non possono essere ulteriormente tollerate. I pazienti oncologici meritano strutture adeguate, con il personale dei diversi ruoli professionali in numero adeguato e capace di garantire loro un’assistenza all’altezza delle esigenze».

«Chiediamo, pertanto, che l’assessore riconsideri le sue affermazioni – la conclusione – e si attivi concretamente per migliorare la situazione dei presidi sanitari e delle cure oncologiche nella nostra regione. La salute dei cittadini deve tornare al centro delle politiche sanitarie, con un impegno concreto per garantire che nessun malato sia mai trattato come un numero ma come una persona con diritti e dignità».

(Unioneonline/v.l.)

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