«Il decreto Meloni umilia le regioni a Statuto autonomo come la Sardegna».

Con queste parole la presidente della Regione, Alessandra Todde, in un video pubblicato sui suoi canali social commenta il provvedimento  che legifera sulle aree idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. E ribadisce: «Lo impugneremo davanti alla Corte costituzionale». 

Todde  ricorda che il precedente decreto “Draghi” stabiliva esplicitamente che la definizione delle aree idonee spettasse alle Regioni. «Il decreto Meloni»,  sottolinea, «cancella completamente questa competenza, riportando tutto a Roma e affermando che le Regioni non possono pianificare il proprio territorio. Altro che autonomia». La legge sarda sulla aree idonee è stata poi snobbata in ogni sede autorizzativa e non presa in considerazione. 

Tra i principali punti considerati maggiormente lesivi del decreto Meloni, secondo Todde,  «ci sono la possibilità di installare pannelli fotovoltaici a 500 metri dai siti Unesco e di autorizzare impianti eolici nei porti; la previsione che consente allo Stato di utilizzare per il fotovoltaico e l’eolico nelle aree non operative delle servitù militari» che, sostiene la presidente, «va in spregio all'articolo 14 dello Statuto Sardo, che invece dice una cosa ben diversa, e cioè che quando un bene demaniale non viene più utilizzato dallo Stato deve tornare nella competenza della Regione. Qui abbiamo una legge ordinaria che vuole andare contro una norma di rango costituzionale, come il nostro Statuto», afferma Todde, che poi evidenzia: «C’è il rischio di una speculazione energetica orchestrata dal Governo centrale». 

Todde annuncia quindi che la Regione è pronta a utilizzare «ogni strumento previsto dalla Costituzione» per difendere le prerogative statutarie della Sardegna: «Ci opporremo con tutte le nostre forze. Porteremo le nostre ragioni davanti alla Corte costituzionale, perché questo decreto umilia una Regione a Statuto speciale come la Sardegna». 

(Unioneonline)

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