Roberto Cingolani, il fisico prestato al Ministero della Transizione Ecologica, nasconde le carte, ma il prodotto non cambia. La prima bozza del decreto Sardegna, anticipata dal nostro giornale nelle scorse settimane, aveva messo nero su bianco l’invasione eolica e solare nei crinali e nelle pianure dell’Isola. L’obiettivo era chiaro: trasformare la Sardegna in una vera e propria colonia energetica da occupare a colpi di megawatt da mettere al servizio del “cavo-guinzaglio” ideato e concepito da Terna per portarsi via l’energia del sole e del vento e rendere per sempre la Sardegna dipendente dal Continente, cancellando per sempre la propria autonomia energetica.

Lo scippo

Un cavo che Terna si accinge a realizzare spendendo una valanga di denari con il solo obiettivo di “scippare” alla Sardegna vento e sole e metterlo a servizio del resto del Paese. Nella prima bozza del decreto il Governo aveva persino indicato i quantitativi di eolico e fotovoltaico da installare tra Barbagia e Campidano. Quantitativi spaventosi: 2.600 megawatt di energia eolica, passando dagli attuali 1.500 ai 4.100 complessivi, e 2.200 megawatt di pannelli fotovoltaici in più, andando oltre i 3.200 in tutto. In mezzo ai progetti di Cingolani & company si è frapposto, però, nientemeno che Sergio Mattarella, ancora per un mesetto Capo dello Stato, che da Giudice costituzionale era stato chiaro: l’intervento “massivo” di energie rinnovabili mette a repentaglio “valori” imprescindibilmente tutelati dalla stessa Costituzione. Valori che si traducono in Paesaggio, Ambiente e Governo del territorio, la cui competenza è, Costituzionalmente, in capo alla Regione Autonoma della Sardegna. Per i progetti di invasione eolica e le spianate di silicio è stato un duro colpo. E’ per questo motivo che nelle ultime ore Cingolani ha tentato di far sparire quei numeri dal tavolo. Il testo del nuovo decreto, appena trasmesso alla Regione, di cui pubblichiamo uno stralcio nella foto, infatti, cancella, con apparente destrezza, tutti i quantitativi di energia eolica e solare. Una sorta di retromarcia apparente, di fatto, però, poco credibile visto che le norme richiamate aggravano lo stesso testo precedente. L’obiettivo di imporre alla Sardegna di tutto e di più è scritto, senza mezze misure, all’articolo 2 del nuovo testo del decreto: «tra gli interventi indifferibili e urgenti è considerata la realizzazione di nuova capacità di generazione a fonte rinnovabile». Sono quelle due paroline, “indifferibili” e “urgenti”, che lasciano comprendere non solo la palese violazione Costituzionale che lo Stato vuole mettere in campo verso una Regione a Statuto Speciale, la Sardegna, ma anche la spregiudicatezza con la quale si vuole dare “urgenza” alla dissennata costruzione di una foresta di pale eoliche.

Altre urgenze

Magari sarebbe stato più “urgente” e “indifferibile” colmare il divario nei trasporti, nel costo energetico, nell’infrastrutturazione ferroviaria e stradale dell’Isola. Un decreto che può valere per le Regioni ordinarie, ma che risulta carta straccia per le Regioni a Statuto speciale che dispongono della competenza esclusiva nel “Governo del Territorio” e nella “Tutela Paesaggistica”. Aver introdotto quella norma, assente nella precedente bozza, si traduce in un nuovo schiaffo all’Autonomia sarda. Per il resto il nuovo decreto non cambia. Il Governo punta a portarsi via sole e vento senza lasciare nell’Isola niente di concreto, con un fantomatico “collegamento virtuale” che già di per sé lascia comprendere l’inconsistenza della “gentile” concessione. In nessun passaggio del nuovo testo, infatti, si stabilisce un prezzo del gas uguale al resto d’Italia. In tutti i passaggi cruciali il Governo parla sempre di “eventualità”, mai una certezza. Gli stessi collegamenti industriali e urbani con le “zattere” del gas ancorate sulle coste di Portoscuso e Porto Torres sono rimandati a valutazioni postume: «ove possibile in funzione dell’analisi costi/benefici». Il decreto, che sembra scritto dalle lobby del Gnl, finisce per “accontentare” solo coloro che puntano a gestire la “polpa” della Sardegna, ovvero le due aree metropolitane, fregandosene totalmente del resto dell’Isola.

Assegni a vuoto

Nel nuovo testo viene confermato che l’Autorità dell’Energia ha sei mesi per valutare il “quadro regolatorio applicabile alle infrastrutture definite dal decreto”. E’ la conferma di un approccio funzionale al sacco della Sardegna: rimandare la definizione delle tariffe significa prepararsi consapevolmente all’inganno. Con questo decreto lo Stato si porterà a casa sole e vento dell’Isola, ripagando la Regione con assegni a vuoto, senza alcuna copertura, violando per sempre lo Statuto speciale della Sardegna.

Mauro Pili

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