Cittadinanzattiva: in Sardegna «un’ambulanza arriva in mezz’ora, la media nazionale è di 20 minuti»
In dieci anni, rileva l’edizione 2023 del Rapporto civico sulla salute, il taglio di 103 Pronto SoccorsoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per l’intervento di un’ambulanza in Sardegna bisogna attendere mezz’ora, a fronte di una media nazionale di 20 minuti.
Il dato è diffuso da Cittadinanzattiva nel suo “Rapporto civico sulla salute 2023” presentato oggi al ministero della Salute.
«Negli ultimi 10 anni – spiegano - c'è stata una riduzione costante delle strutture di emergenza: si conta un taglio di 61 dipartimenti di emergenza, 103 pronto soccorso, 10 pronto soccorso pediatrici e 35 centri di rianimazione». Anche rispetto alla tempestività nell'arrivo dei mezzi di soccorso, la situazione è peggiorata: «In Calabria in cui il mezzo di soccorso arriva mediamente in 27 minuti, Basilicata 29 minuti e Sardegna 30 minuti, quando la media nazionale è di 20 minuti».
Il report integra le informazioni provenienti dalle 14.272 segnalazioni dei cittadini, giunte nel corso del 2022 a Cittadinanzattiva da fonti istituzionali, accademici o della ricerca. Le segnalazioni più ricorrenti nell'area dell'emergenza e urgenza riguardano: eccessiva attesa per il triage (19%) pronto soccorso affollato (15%).
Insomma, terminata l'emergenza pandemica, ora i cittadini si trovano a fare i conti, più di prima, con pronto soccorso allo stremo, carenza di medici e deserti sanitari.
A causa delle liste d'attesa il ricorso alla spesa privata aumenta e molti rinunciano: a crescere rispetto al 2021, sono soprattutto le segnalazioni per il mancato accesso alle prestazioni (+5,8%).
Altra urgenza è quella del personale sanitario: una nuova indagine su 10mila professionisti mostra che il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e uno su tre non riesce a bilanciare i tempi lavorativi con quelli della vita privata.
Infine, in aumento le segnalazioni in tema di salute mentale: il 28% denuncia una situazione ormai diventata insostenibile a livello familiare e il 17% la carenza di figure sanitarie sul territorio.
(Unioneonline/s.s.)
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