Cinghiali, la caccia difende se stessa: «Siamo parte della soluzione»
Marco Efisio Pisanu, presidente dell’associazione CPT Sardegna, replica a Briguglio, che ha puntato il dito contro l’attività venatoria, rea di favorire la proliferazione degli animali nell’IsolaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Non è la caccia a far aumentare i cinghiali, ma uno squilibrio ecologico che va gestito con metodo e responsabilità». Così Marco Efisio Pisanu, presidente dell’associazione Caccia Pesca e Tradizioni Sardegna, replica a Briguglio, che ha puntato il dito contro l’attività venatoria, rea di favorire la proliferazione dei cinghiali nell’Isola.
Pisanu ribalta la prospettiva, richiamandosi ai dati ufficiali e ai piani di gestione approvati dagli enti competenti. «In Sardegna, come nel resto d’Italia — spiega — sono attivi piani di controllo e prelievo elaborati da tecnici faunistici e approvati da Ispra e dalla Regione. Hanno l’obiettivo di ridurre le densità di popolazione e mitigare i conflitti con l’agricoltura e la sicurezza stradale».
Secondo l’associazione, l’attività venatoria contribuisce in modo significativo a contenere i numeri della specie: «Ogni anno vengono prelevati circa 40.000 capi di cinghiale, e questo dato, per difetto, dimostra che la caccia è uno strumento di gestione, non una causa del problema».
Il presidente lancia poi una sfida diretta: «Se il dottor Briguglio si definisce esperto, ci indichi, con fonti scientifiche, un metodo alternativo più efficace per ridurre la densità di una popolazione così impattante».
Cita poi anche i dati Ispra per sostenere la sua posizione: «Dove si pratica una gestione selettiva, le popolazioni sono in calo o stabilizzate. Se fosse vero che la caccia fa aumentare gli ungulati, dovremmo osservare lo stesso anche per cervi, daini e mufloni, specie non oggetto di caccia libera eppure in crescita costante in tutta l’Isola».
Inoltre, non nasconde il disappunto per i toni usati sull’argomento. «Espressioni come ‘menti semplici’ o ‘soluzioni simpatiche per menti deboli’ sono offensive e inadeguate. I cacciatori, spesso gli stessi clienti di chi scrive certe frasi, dedicano tempo e risorse alla gestione del territorio con impegno e senso civico».
Pisanu invita infine a superare i pregiudizi e a considerare la complessità del problema: «Il tema dei cinghiali richiede soluzioni integrate — aggiunge —: prevenzione dei danni, controllo delle fonti di cibo, recinzioni, catture e, dove necessario, prelievi pianificati. Ridurre tutto a un pregiudizio ‘anti-caccia’ significa banalizzare la realtà».
E conclude con un appello al pragmatismo: «Servono studio, equilibrio e responsabilità. La gestione faunistica, se condotta su basi scientifiche, è parte della soluzione, non del problema».
(Unioneonline/Fr.Me.)
