Il consiglio regionale ha approvato il disegno di legge varato dalla Giunta sul sistema idrico integrato.

Tre i punti salienti del provvedimento: la quota della Regione nel capitale sociale di Abbanoa scende al 20%, in favore dei comuni, la cui presenza viene potenziata; i 29 comuni che finora hanno gestito autonomamente il servizio idrico potranno continuare a farlo, senza essere costretti a entrare nel sistema Abbanoa; e un quantitativo minimo di acqua garantito ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico.

Questi i 29 comuni che hanno vinto la battaglia per restare fuori da Abbanoa: Aggius, Anela, Arzana, Bessude, Bonarcado, Bottida, Bultei, Burcei, Burgos, Capoterra, Cheremule, Esporlatu, Fluminimaggiore, Gadoni, Lotzorai, Modolo, Nuxis, Olzai, Paulilatino, Perfugas, San Vero Milis, Sant'Anna Aresi, Santulussurgiu, Serramanna, Seui, Tertenia, Teulada, Villagrande Strisali e Villasimius.

La Regione passa dunque dal 70 al 20% nel capitale dell'ente idrico, le restanti quote saranno vendute ai comuni entro il 2020.

L'emendamento che garantisce un quantitativo minimo della risorsa è stato presentato da Eugenio Lai (Mdp) e prevede il divieto di slaccio dei contatori da parte di Abbanoa ai morosi in condizioni di difficoltà economiche.

(Redazione Online/L)
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