Scontro tra Ats e medici di famiglia: “La verità è che non ci danno i vaccini”
La replica dei medici accusati da Temussi di non fare abbastanza per la campagna vaccinale: “Male informato”
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“La verità è che non ci danno vaccini”.
Marina Fancellu, presidente regionale del Sindacato medici italiani, risponde forte e chiaro alle accuse lanciate da Massimo Temussi, commissario straordinario Ats, che ha definito i medici di famiglia l’”anello debole della catena” per la campagna vaccinale.
"Non ci sto – la replica – non sono disposta, a nome di tutta la categoria, a prendermi colpe che non ho. Il commissario dell'Ats continua ad accusarci ingiustamente, evidentemente è molto male informato. Se io e i miei colleghi non stiamo vaccinando abbastanza la responsabilità è tutta loro, che hanno deciso una procedura assurda, che complicano ogni cosa invece di facilitarla, che non ci danno le dosi. Lo ripeto: non ci consegnano i vaccini”, risponde.
"Ho fatto ben quattro richieste sulla piattaforma informatica per avere i vaccini da somministrare ai miei pazienti allettati, non ho mai ricevuto nessuna risposta – sottolinea Fancellu – A Olbia, dove ho lo studio, solo un collega è riuscito a ritirarli, tutti gli altri sono nella mia stessa situazione. Già la burocrazia che hanno messo in piedi per questa operazione ha dell'incredibile”.
Aggiunge: "Scaricare su di noi i ritardi, la disorganizzazione, le falle di un sistema che fa acqua da tutte le parti è inaccettabile. Inoltre, ricordo che tutti i medici di famiglia che vanno gratuitamente a prestare la loro opera negli hub, e sono tanti, non figurano da nessuna parte”.
Un altro medico di base, Luigi Falchi, a Cagliari, descrive una storia analoga: "Ho chiesto 10 giorni fa i vaccini, non ho avuto nessun riscontro. Ho telefonato al Servizio farmacia del Marino, chi mi ha risposto non sapeva nulla ma mi ha detto che mi avrebbe fatto richiamare dal responsabile, cosa che non è successa. Io avevo allertato cinque miei pazienti fragilissimi, e ho dovuto disdire tutto. Questo per quanto riguarda le inoculazioni a domicilio. Farli negli ambulatori è praticamente impossibile, in quasi tutti mancano i requisiti. Negli hub non ci chiamano”.
(Unioneonline)
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