Concluse a Cagliari le due manifestazioni dei metalmeccanici e addetti alla raccolta dei rifiuti che hanno creato qualche problema al traffico cittadino nel corso della mattinata.

I metalmeccanici aderenti a Fiom Cgil, Fsm Cisl e Uilm hanno proclamato otto ore di sciopero per chiedere risorse adeguate al rinnovo del contratto che scadrà a dicembre.

I sindacati chiedono aumenti di 105 euro lordi al mese per i prossimi tre anni per ciascuno dei circa 9.000 metalmeccanici sardi.

IN MILLE IN CORTEO - Il corteo con oltre un migliaio di lavoratori arrivati da tutta la Sardegna era partito alle 10.30 da piazza del Carmine per chiudersi, dopo aver attraversato la via Roma, in piazza Darsena dove si è svolto il comizio finale con i rappresentanti sindacali. Lo sciopero, che rappresenta l'ultima giornata di mobilitazione a carattere nazionale "in Sardegna ha una doppia valenza", spiega Marco Bentivogli, segretario generale nazionale Fim Cisl.

"I lavoratori sardi sono in lotta per il rinnovo del contratto ma soprattutto per il lavoro. Tutta la Sardegna migliore è con noi, quella del lavoro, quella che non si arrende ai cancelli chiusi delle fabbriche, quella che non abbandona la sua terra, come invece troppo spesso altri - soprattutto i politici dalle vuote promesse - hanno fatto in passato", dice. E aggiunge: "Questa terra non è nata sotto una cattiva stella, ma come dimostrano le molte vertenze aperte a partire dall'ex-Alcoa, l’indotto metalmeccanico della Carbosulcis, l'EurAllumina, l'Ila, la Keller, l’indotto dell'Eon e della chimica verde, l'Intermare, l'indotto Saipem, etc. Non sono nate con la crisi, ma a causa delle inefficienze di una classe politica troppo spesso distratta e inadeguata". "Con questo sciopero mettiamo in evidenza le difficoltà che vive la Sardegna", gli fa eco Mariano Carboni, coordinatore regionale Fiom. "Il contratto rappresenta per noi uno strumento indispensabile per adeguare le retribuzioni al costo della vita. Non riuscendo a fare una contrattazione di secondo livello, è sul contratto nazionale che dobbiamo avere la garanzia di adeguare i salari". Nella fattispecie, Federmeccanica propone di limitare gli aumenti salariali a livello nazionale solo a chi è sotto il minimo. Una parte dei lavoratori che secondo i sindacati non supera il 5% del totale. Resterebbe dunque escluso dagli aumenti nazionali il 95% dei dipendenti, ai quali solo una contrattazione di secondo livello potrebbe garantire incrementi legati alla produttività.

DISAGI PER I RIFIUTI - In sciopero dalla mezzanotte anche i lavoratori delle aziende di igiene ambientale.

Presidi e manifestazioni sono in programma in tutti i territori.

A Cagliari la manifestazione ha bloccando il traffico in centro con i manifestanti che hanno attraversato la strada in continuazione per cercare di creare il maggior disagio possibile.

Al centro della protesta proclamata da Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel c'è il rinnovo dei due contratti nazionali (pubblico con Utilitalia e privato con Fise-Assoambiente), scaduti entrambi il 31 dicembre 2013, per circa 90mila lavoratori, equamente divisi tra pubblico e privato.

A nulla è valsa la mediazione dell'Anci per evitare a sindaci e cittadini le criticità derivanti dal mancato svuotamento dei cassonetti nelle vie delle città. I sindacati spingono anche per inserire nel contratto tutele e garanzie nei passaggi di gestione.

In un settore soggetto a continui cambi d'appalto come l'igiene ambientale - spiegano -, per tutelare i lavoratori è necessario implementare la clausola sociale per mantenere i diritti acquisiti in anni di lavoro". Altra richiesta, come pregiudiziale, è di 'sterilizzare' il Jobs Act in tema di 'licenziamenti facili' per assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali.

Il Comune di Cagliari avverte che i servizi di igiene urbana, dalla raccolta dei rifiuti allo spazzamento delle strade, potranno non essere garantiti o subire ritardi. Saranno comunque assicurati i servizi minimi essenziali.
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