Se c'è una città che, dopo Roma, paga più di tutte il no di Virginia Raggi alla candidatura olimpica di Roma 2024 questa città è Cagliari.

Non lo dice apertamente il presidente del Coni Giovanni Malagò, arrivato questa mattina in Sardegna in occasione della giunta nazionale del Coni e della giornata inaugurale del Trofeo Coni, ma lo fa capire benissimo.

Ricalcando il sentimento già espresso dal sindaco Massimo Zedda (che aveva parlato di delusione enorme per aver perso un'occasione irripetibile), il numero dello sport italiano spiega perché il capoluogo isolano, scelto per ospitare le gare di vela olimpica, fosse dopo Roma "la città maggiormente coinvolta nel dossier olimpico. Mi dispiace se Cagliari e la Sardegna non avranno questa straordinaria occasione di ospitare i Giochi".

Proprio Cagliari, dice ancora Malagò, "rappresentava uno dei punti di forza del nostro dossier perché rispetto agli altri competitor questa città", Marsiglia (per Parigi), Los Angeles e Budapest, "è l'unico luogo del Mediterraneo che, nel mese di agosto, presenta il più basso indice di rischio per il non svolgimento delle competizioni".

NIENTE CANDIDATURE PER 20 ANNI - "Adesso tutto in teoria potrebbe accadere, ma mi sembra improbabile che potremo avere un'altra occasione di candidare una città italiana per ospitare le Olimpiadi nei prossimi vent'anni". Parole nette che non lasciano spazio a dubbi. Due giorni dopo la bocciatura del Comune di Roma, è ancora forte l'amarezza del presidente del Coni: "Quella scelta è ingiusta e sbagliata ma noi la rispetteremo. Agire diversamente", e sposare un piano B per continuare l'iter della candidatura col Cio, "sarebbe quantomeno poco elegante", dice Malagò. E aggiunge: "Il dossier olimpico è come un tavolo con tre gambe", Coni, Governo e Comune della città ospitante, "è evidente che venendo a mancare una gamba, la candidatura perde forza. Adesso accettiamo questa decisione ben sapendo che perdiamo credibilità internazionale". La partita di Roma 2024 sembra dunque chiudersi qui. Non ci sarà, quindi, un'azione del Coni contro il Comune di Roma per danno erariale. "Noi non facciamo nulla", afferma Malagò, "ma siamo un ente pubblico per cui se qualcuno dovesse sollevare il problema per capire perché abbiamo spesso dei soldi e poi ci siamo fermati, allora gireremo la responsabilità a chi ha la competenza".
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