Sono 11 le vittime di coronavirus registrate ieri in Sardegna. Un numero dimezzato rispetto al dato allarmante di mercoledì, quando erano state 23, quasi una ogni ora, ma nel conteggio c'erano anche dei deceduti non inseriti nei giorni precedenti.

I nuovi contagiati sono invece 268.

I dati dell'Unità di crisi della Regione Sardegna non sono rilassanti. La strage va avanti, anche se si è liberato un posto in Rianimazione, ma non negli altri reparti che ospitano positivi, dove anzi i posti letto occupati sono otto in più.

"Sono gli effetti della disattenzione di chi non indossa le mascherine e non rispetta le altre norme, diffondendo così il virus", spiega Mario Nieddu, assessore regionale alla Sanità.

Non bisogna allentare la guardia: "eppure mi risulta", puntualizza Nieddu, "che ancora ora ci siano comportamenti non consoni di una parte della popolazione. Pare che qualcuno vada a lavorare anche se ha qualche linea di febbre, per esempio, ed è gravissimo perché diffonde il virus. Non mi preoccupa troppo, invece, l'aumento dei casi positivi accertati, perché è frutto di un numero di tamponi quotidiani sempre più elevato: molto oltre i cinquemila. Il rapporto tra positivi e tamponi è comunque ben al di sotto della soglia del 10 per cento, e in passato eravamo andati sopra l'11. Però, proprio ora, non possiamo mollare sulla prevenzione".

Secondo Sergio Marracini, direttore sanitario del Presidio ospedaliero unico (Pou) dell'Assl di Cagliari, che sotto la sua giurisdizione ha anche i due ospedali Covid del sud (Santissima Trinità e Marino di Cagliari) e quello in via di preparazione (il Binaghi), "i tragici decessi" di questi giorni "si riferiscono a ricoverati il cui contagio risale a numerose settimane fa. La quantità dei nuovi positivi, invece, è indicativa della diffusione del virus negli ultimi 10-14 giorni: è un dato non certo tranquillizzante, ma nemmeno spaventoso. Le crudeli statistiche indicano che nelle terapie intensive non ce la fa un paziente Covid su due, ma il coefficiente di riempimento, pur severo, non è da emergenza".

DUE LUTTI PER GRAZIANO MESINA - In questi giorni il virus si è portato via anche le sorelle di Graziano Mesina, latitante dal 2 luglio.

Ieri è morta Antonia, 75 anni, a tre giorni di distanza dalla scomparsa di Rosa. Era la sorella a cui era più legato, quella che lo ha sempre accolto in casa. Oggi a Orgosolo ci sarà una messa in suo ricordo, non il funerale.

Lunedì in paese è deceduta la sorella maggiore, tzia Rosa Mesina, 94 anni, anche lei uccisa dal Covid-19.

Il virus è entrato quindici giorni fa in casa Mesina, la stessa che per anni ha ospitato Grazianeddu quando era ritornato uomo libero dopo la grazia concessagli dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi: ha prima aggredito tzia Rosa, la più grande delle sorelle. Il giorno dopo è toccato ad Antonia, che viveva con lei. Se tzia Rosa è rimasta in casa con l'ossigeno, Antonia è stata ricoverata in ospedale a Nuoro, nel reparto Covid, poi la Rianimazione: intubata per l'aggravarsi della situazione.

(Unioneonline)

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