Quasi centomila pensionati sardi (su 577.000 totali) sono stati penalizzati dal blocco delle rivalutazioni annuali imposto dalla legge Fornero.

Ognuno di loro ha perso in media nel biennio 2012-2013 oltre 1.100 euro. A questo si aggiunga che negli ultimi 15 anni il potere di acquisto perso dai pensionati è stato di oltre il 30%, un fatto dovuto in parte al blocco della perequazione e in parte all'aumento delle spese sanitarie.

È questa la fotografia scattata da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil della Sardegna che hanno annunciato la presenza di almeno 500 pensionati sardi allo sciopero nazionale del 19 maggio a Roma. Difesa del potere d'acquisto delle pensioni, recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione, separazione tra previdenza e assistenza, estensione degli 80 euro alle pensioni più basse, modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro: sono questi i punti essenziali che i sindacati porteranno in Piazza.

"Andremo a Roma a testa alta", dicono Mina Cilloni, Piero Agus e Rinaldo Carta, segretari regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. "E' solo l'inizio di un percorso di iniziative che si estenderà anche alla Sardegna, perché materie riguardanti il socio-assistenziale, l'autosufficienza e la povertà devono trovare adeguata attenzione da parte della Giunta attraverso la consultazione delle categorie più interessate, quindi anche quella dei pensionati".
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