Ora si volta pagina in fatto di diagnosi precoce contro il cancro al polmone.

Un semplice prelievo del sangue potrà rilevare le tracce tumorali iniziali presenti nell'organismo fino a due anni prima rispetto a quanto riesce a rilevare una Tac.

Tempo preziosissimo per garantire una speranza di vita e di guarigione a chi viene colpito da una patologia che spesso non perdona.

I numeri sono drammatici: sono 41.000 i nuovi casi di tumore al polmone ogni anno in Italia (1.000 in Sardegna), e quelli operabili chirurgicamente sono soltanto il 20%.

Questo prelievo del sangue, che costa pochissimo, e rappresenta la frontiera più avanzata nella lotta al tumore del polmone, a breve si potrà eseguire all'ospedale Oncologico di Cagliari.

«Puntare sulla diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione», spiega Roberto Cherchi, chirurgo-oncologo, primario di Chirurgia toracica all'Oncologico di Cagliari.

Il prelievo, che sarà riservato esclusivamente «alla popolazione a rischio di tumore al polmone», come i lavoratori esposti all'amianto, i fumatori di lunga data, i lavoratori esposti a particolari sostanze chimiche, etc, si basa sullo studio di microRNA, ovvero piccole molecole che circolano nel sangue (rilasciate dal tumore e dal tessuto polmonare danneggiato) che sono in grado di indicare non solo la presenza di un tumore in fase molto iniziale, ma anche la sua prognosi.
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