La fede, che se possibile si fa anche più forte, col rosario stretto tra le mani e lo sguardo chino, nelle bancate dove il dolore è intimo e composto.

Anche Cagliari si ferma in preghiera per Papa Francesco che lotta dal 14 febbraio al policlinico Gemelli di Roma

Sono rivolte a lui le parole dell’arcivescovo Baturi, che dall’altare della cattedrale di Castello rivolge pensieri e parole al Santo Padre e ai tanti fedeli, riuniti nella chiesa dove in tanti chiedono la grazia, che da giorni si riassume in un’unica e accorata richiesta: la salute per Francesco.

«Il Papa vuole che la sua vita sia pubblica, la sua fragilità conosciuta. Offrire la malattia agli altri unisce in una comunione di affetto», dice monsignor Baturi. «In ogni ospedale vorrei ci fosse un abbraccio d'amore per tutte le persone ferite o toccate dalla malattia. La vita merita di essere vissuta anche nella sofferenza. Mi piace anche ricordare quanto Cagliari sia sempre stata importante per il Papa: mi ha sempre detto che i sardi hanno una forza speciale. Usiamola nella tenerezza per pregare per il Santo Padre». E pregano in tanti, dentro e fuori dalla cattedrale di Cagliari e in ogni angolo del mondo, col tempo improvvisamente rallentato e scandito dai bollettini quotidiani che raccontano la sofferenza e la forza dell’uomo

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