Cagliari, il ritorno di Sant’Efisio a Stampace: il voto è stato sciolto
Una folla in festa con le mani intrecciate al rosario: la città ha riaccolto il martire guerrieroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non servono fuochi d’artificio per annunciare il miracolo. Basta un cocchio che avanza lento tra le vie principali della città e il respiro sospeso dei fedeli: Efisio è tornato a casa, il voto è stato sciolto e la Sardegna, per la 369esima volta, ha mantenuto la promessa.
Alle 23.30 il cocchio del Santo, avvolto nei suoi abiti di gala indossati a Giorgino, ha fatto ritorno alla sua piccola chiesa, a Stampace, tra le vie illuminate, un’ininterrotta folla di fedeli e i suoni della festa. Ma Efisio non è rientrato da solo. Con lui ci sono le donne e gli uomini che, da viale La Playa alla chiesetta, hanno camminato stretti negli abiti tradizionali con una candela in una mano e un rosario nell’altra.
È una liturgia di volti e colori: i cavalli che aprono la strada, il cocchio trainato dai buoi, “No ti nd’acatas” e “Chi ses Cambiadu” (i nomi) e la folla che ondeggia dietro, tra lacrime, suppliche, promesse e sorrisi.
Curiosi, turisti, devoti: tutti presi da qualcosa che è difficile da spiegare. Eppure Efisio, da secoli, chiede solo la fede, quella che nel 1657 implorava la salvezza dalla peste che stringeva la gola di Cagliari. Un voto disperato che aveva trasformato un soldato romano in un santo sardo. Da allora, ogni anno, migliaia di passi puntuali lo accompagnano sulla stessa strada.
Alle 23.43, Andrea Loi, presidente dell’Arciconfraternita, legge le parole che segnano la fine del rito e l’inizio dell’attesa per il prossimo anno: «Reverendissimo canonico, illustrissimo signora Alternos vogliate comunicare al Capitolo metropolitano e al signor sindaco del Comune di Cagliari che oggi, 4 maggio 2025, anno del Giubileo, il voto è stato sciolto. E così sarà sempre, con l'aiuto di nostro Signore Gesù Cristo, per l'intercessione di Nostra Signora del Riscatto e del glorioso martire Sant'Efisio, patrono di questa Arciconfraternita. Atrus Annus».
E nella piccola chiesa di Stampace ci sono applausi, lacrime, mani al cielo. Qualcuno sussurra «grazie». Qualcun altro semplicemente tace. “Atrus annus”, un augurio, ma anche una promessa: l’anno prossimo ci saremo ancora, a camminare con il martire glorioso.
Intanto, le campane suonano e Is Gocius si alzano nell’aria: «Protettori poderosu De Sardigna speziali Liberainosi de mali Efis martiri gloriosu», così recita il ritornello dei canti devozionali di derivazione iberica. Cagliari e la Sardegna intera hanno ancora una volta sciolto il voto.