Prima i medici per ben due volte avevano dovuto interrompere l’esame. Ora: “È stata un’esperienza piacevole, una dimensione di estraneità e benessere”. A parlare è la prima donna che si è sottoposta, al Brotzu di Cagliari, alla tecnica della colonscopia sotto ipnosi.

«Nonostante possa venire effettuato in sedazione farmacologica», dice Danilo Sirigu, del servizio di Radiologia dell'Azienda Brotzu, «la colonscopia può comportare ansia, paura, disagio spesso frutto di scarsa conoscenza, di ricordi o sofferenze raccontate».

«Il successo dell'esame», aggiunge Giampietro Ibba, del servizio di Endoscopia Digestiva sempre del Brotzu, «dipende anche dal paziente, dalla condizione del suo intestino e dal livello della sua soglia del dolore». Può infatti capitare che, nonostante la normale sedazione, il paziente abbia un rifiuto inconscio o sia esposto a effetti collaterali talvolta importanti. L'operatore deve quindi soppesare i rischi dell'intervento farmacologico, riducendolo o eliminandolo del tutto. È in questo contesto che si ricorre all'ipnosi.

SERENITÀ - «Dopo una preparazione mirata», precisa Danilo Sirigu, «l'esame endoscopico viene affrontato in uno stato di serenità interiore: fobie, ansia, panico e soglia del dolore vengono fortemente ridotti quando non rimossi, cresce la collaborazione paziente-medico, resta un ricordo positivo».

FICTION - L'ambulatorio endoscopico diventa una sorta di studio televisivo dove l'attore principale può seguire sul monitor tutte le fasi dell'esame senza alcun turbamento interiore o sensazione di dolore fisico, come fosse una fiction televisiva.

«L'ipnosi consente infatti di dissociare l'esperienza corporea da quella mentale», spiega ancora il dottor Sirigu «nel senso che mente e corpo finiscono per trovarsi, contemporaneamente, su due diversi livelli di attenzione e di consapevolezza».

NUOVE FRONTIERE - Una tecnica che, oltre all'endoscopia, si sta applicando in cardiologia nelle ecocardiografie transesofagee, in eco-endoscopia per visualizzare meglio organi interni, come il pancreas, oppure nelle procedure radiologiche interventistiche come biopsie epatiche, termoablazioni su neoformazioni del fegato.

Ibba ribadisce l'importanza di questi esami, espressione del confronto di tre variabili complesse: paziente, strumentazione e operatore, ma soprattutto - a dispetto della indubbia invasività - «il fatto che, grazie alla sedazione cosciente il paziente supera senza alcun trauma l'indagine endoscopica utilizzando capacità fino allora sconosciute».

Paolo Matta

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