Un amo conficcato nell’occhio di un bambino. E nessuno che riesca a toglierlo, in un angosciante tour dei pronto soccorso del sud Sardegna. Un incubo durato un’intera – lunghissima – sera. «Siamo stati rimpallati tra 118, guardia medica e ospedali, tutti ci spiegavano che non erano attrezzati per un caso come il nostro», racconta la madre del piccolo di 6 anni, una donna cagliaritana che stava trascorrendo qualche giorno di vacanza a Carloforte insieme al figlio e al marito.

Tutto nasce da un incidente in spiaggia. A Guidi, piccolo eden di sabbia e scogli a sud dell’isola di San Pietro. Sulla battigia famiglie carlofortine, cagliaritane, milanesi, romane. Come è normale nella Sardegna d’agosto. È pomeriggio. Alcuni bambini giocano in riva al mare con una canna da pesca. Ami veri, d’acciaio. Qualcuno prova un lancio. Come nei film. O nei cartoni animati. In mezzo a ombrelloni e teli da mare, sulla spiaggia affollata. L’amo corre velocissimo nell’aria ma non arriva in acqua: aggancia l’occhio di un bimbo che era insieme a un altro gruppo di persone, a poca distanza.

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