C'erano poche case a Li Punti, quartiere alla periferia nord di Sassari, quando ad inizio anni 60 l'ingegner Nino Rovelli costruiva la SIR, il petrolchimico di Porto Torres, dal quale era distante pochi chilometri. All'ombra di quell'insediamento industriale, che nel 1975 avrebbe dato lavoro a 20 mila persone, il quartiere è cresciuto, sino a contenere, ad inizio anni 80, circa 10 mila abitanti. La crisi dell'industria non ha fermato lo sviluppo urbanistico e la fame di appartamenti. Si è infatti continuato a lottizzare e costruire, senza sosta. Ora il quartiere di Li Punti è quasi una città, con oltre 25 mila residenti. Tante case, diversi esercizi commerciali, l'orgoglio di una squadra di calcio che milita nel campionato di Eccellenza ( con un terreno di gioco improponibile) e praticamente nessun altro servizio, all'interno di una pianificazione urbanistica che ha tenuto conto soprattutto dell'edilizia privata a discapito delle opere di pubblica utilità, come piazze, parchi o l'ecocentro, programmate ma rimaste nel libro dei sogni.

La situazione delle strade inoltre non è delle migliori, balbetta il servizio della nettezza urbana e in troppe zone sono evidenti i segni del degrado, a fianco di villette, appartamenti e palazzoni. A questo stato di cose si aggiunge un'interessante Domus de Janas semi abbandonata, che meriterebbe un capitolo a parte. L'unico centro di aggregazione ( storico) si trova presso la chiesa di San Pio X, guidata da Don Costantino Poddighe. Poi il nulla. Solo circoli e qualche bar, tra l'altro chiusi per la ben nota pandemia.

Il Comitato di quartiere cerca di rappresentare il malessere diffuso dei cittadini. Il vice presidente Giovanni Farina, pensionato, si dà un gran da fare nel segnalare inefficienze e disservizi, insieme agli altri componenti ( il presidente Gianni Sale, Mario Nurra, Salvatore Pirisi, Tonia Astara, Antonello Pinna e Angelo Lisai). "Nonostante Li Punti sia una grande e popolosa realtà qua non si vede mai nessuno dell'Amministrazione comunale- spiega Farina - Parchi abbandonati, piazze divorate da erbacce, sporcizia dappertutto. Una situazione non più sostenibile".

Gli fanno eco altri due abitanti del quartiere."Il servizio di nettezza urbana non funziona.- affermano - spesso le strade le puliamo noi. Non abbiamo purtroppo altra alternativa". Eppure in certi casi basterebbe poco per restituire decoro e dignità al popoloso rione: solo qualche ora di lavoro, nulla più. Per gli altri, i più importanti, che si trascinano da troppi anni, non è mai troppo tardi per incominciare.
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