L’hanno ribattezzata “la legge dei diritti negati”, la 26 del ‘91. Dovrebbe aiutare i malati sardi (migliaia ogni anno) che vanno fuori per interventi chirurgici e curarsi, prevede di rimborsare le spese ai pazienti e ai loro accompagnatori, ma ogni caso è una vera e propria battaglia. Innanzitutto c’è chi non sa che può usufruire di questo conforto economico, e incredibilmente quando deve affrontare il calvario della partenza non trova operatori che glielo dicono.

Poi c’è chi è informato, ma per ottenere quello che gli spetta, dopo essersi “dissanguato” e a volte indebitato, deve combattere con una burocrazia ottusa e interpretazioni differenti da Asl ad Asl, che portano a risarcimenti non previsti o che non coprono tutte le spese. 

Così sono in tanti a rinunciare alle cure. 

Ulteriori dettagli e approfondimenti nell’articolo di Cristina Cossu oggi in edicola e sull’app L’Unione digital.

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