Appena ha aperto gli occhi Arya ha incrociato lo sguardo di mamma Anna, ma dopo qualche ora è stata trasferita all’ospedale di Nuoro. Nessuna complicazione delle sue condizioni, bensì un percorso obbligato in virtù della mancanza di personale. Nel nido di Lanusei sono autorizzati i parti in emergenza, ma i neonati vengono subito separati dalle mamme che li hanno messi al mondo. Mancando i medici i bebè non possono ricevere le prime cure pediatriche e dunque vengono trasferiti verso altri ospedali. Negli ultimi giorni è accaduto in due occasioni: le mamme sono rimaste ricoverate in reparto e i loro figlioletti portati al San Francesco di Nuoro. Si ritroveranno soltanto nei prossimi giorni, quando mamme e figli riceveranno il foglio di dimissioni.

La testimonianza

Anna Simonetti ha 33 anni e all’alba di ieri ha dato alla luce la sua terza bimba, Arya. La donna, originaria di Napoli ma da qualche tempo trapiantata a Tortolì per ragioni familiari, è arrivata in ambulanza al Nostra Signora della Mercede nella notte tra venerdì e ieri. Sapeva che il nido era chiuso, ma le sue condizioni hanno suggerito ai medici di evitare un trasferimento a bordo del mezzo di soccorso in un altro ospedale. Non era il caso di rischiare e Anna ha partorito nel nido grazie allo straordinario lavoro del personale (ridotto all’osso) in servizio. A quel punto, ieri mattina la direzione sanitaria ha organizzato il trasporto di Arya al San Francesco dove è stata affidata ai medici. «Non è bello per una mamma vedersi portare via la piccola per motivi assurdi. Non è accettabile non poter stare accanto a una creatura che hai portato in grembo per nove mesi». Anna potrebbe lasciare l’ospedale già oggi e a quel punto potrebbe raggiungere Nuoro per far visita alla sua terza figlia. «La mamma - dice Anna - ha tutto il diritto di vivere l’emozione bellissima del parto e dei momenti successivi, dev’essere rassicurata e - ribadisce la donna - non vedersi portare via la piccola». Mamma Anna e la piccola Arya stanno bene, il lavoro degli specialisti del reparto è stato impeccabile pur in una situazione d’emergenza, ma è evidente che si tratta di casi fuori da qualsiasi canone di accettabilità: i medici assistono emergenze e poi sono costretti a trasferire i neonati perché in Pediatria manca continuità assistenziale. Qualche giorno fa era accaduto lo stesso a una donna di Baunei la cui bimba è stata trasferita a Nuoro.

I medici

Marco Dei è un ginecologo in servizio dal 2004 all’ospedale di Lanusei. «Svolgiamo il 90 per cento del lavoro, cioè seguire la donna durante la gravidanza, ma poi non garantiamo l’assistenza al parto che è il punto d’arrivo che facciamo insieme. Partorire lontano significa anche un costo sociale, come allontanarsi dagli affetti, che è un fatto gravissimo. Dal punto di vista psicologico separare mamma e figlio dopo il parto è devastante, direi contro natura». Su un’ipotetica riapertura del nido si addensano solo nubi scure. Tre professionisti sugli otto previsti dalla pianta organica non sono sufficienti per garantire il servizio nel rispetto delle linee guida. Non bastano neppure le recenti convenzioni stipulate con il Brotzu di Cagliari e l’Asl del Sulcis, oltre al supporto di medici provenienti da Olbia e Carbonia, più un libero professionista di Oristano, per tenere aperto il reparto. «Noi stiamo lavorando tantissimo, tutte le unità operative hanno raggiunto gli obiettivi prefissati ma in generale non ci sono medici: occorre una riorganizzazione globale», è il commento di Luigi Ferrai (50), direttore generale facente funzioni.

Roberto Secci

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