Liste d’attesa, triste realtà: l’intervento del 7 novembre 2025
Di Franco MeloniPurtroppo le notizie che arrivano dal fronte della sanità continuano a essere drammatiche, non solo non migliorano ma anzi, se possibile, peggiorano.
Dopo quasi due anni di governo di centrosinistra, due anni di litigi feroci per le poltrone, due anni di proclami altisonanti, due anni di promesse fasulle, le cose stanno – se va bene – al punto di partenza. Le cronache dei giornali sono strapiene di due cose: i trionfali proclami della presidente da un lato e le disperate proteste dei cittadini dall’altro.
I problemi principali sono quelli di una insufficiente copertura dei servizi territoriali, che sono spaventosamente indietro rispetto alle necessità, e – soprattutto nella sensibilità dei sardi – quello delle liste d’attesa.
Queste ultime sono il fattore che maggiormente angustia i cittadini, in particolare quelli più in basso nella scala sociale che, di solito, non hanno qualcuno a cui rivolgersi per abbreviare i tempi: cioè, proprio i soggetti più deboli e fragili. Se ho seguito bene la comunicazione della giunta in questi mesi, il problema chiave delle liste d’attesa non sarebbe l’insufficiente offerta di prestazioni, ma andrebbe individuato nel funzionamento del Cup (centro unico di prenotazione) che per vari motivi sarebbe inadeguato alle necessità. A me pare invece che non si risolve il problema se non si prende atto che il prescritto è quasi il doppio della capacita produttiva attuale.
Questo dato è fornito da Cergas Bocconi. Ed è inoltre evidente che esiste un problema di appropriatezza. Se non si può dare tutto a tutti - e al momento non si può - occorre dare a chi ha priorità clinica o socio economica.
Chi non ha priorità, ma vuole la prestazione subito, dovrebbe ricorrere al privato o usare canali assicurativi come fanno in altre regioni: spiacevole? Lo so però questa è la realtà in questo momento. Ma mi pare che non ci sia il coraggio di dire la verità ai sardi, cioè che occorre fare scelte diffcili.
La presidente ha recentemente affermato che un numero straordinario di prestazioni va perso a causa delle mancate presentazioni agli appuntamenti; e questo è vero ma anche logico se si considera che molte prenotazioni sono riferite a semestri o addirittura ad anni di distanza.
E comunque, considerata la situazione, ci si aspetterebbe almeno che l’azione della giunta, concentrata sul Cup, fosse concreta ed efficace.
Invece mi pare che siamo alle solite: con decreto dell’Assessore della Sanità del 2024 è stato nominato il Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (RUAS), e con la DGR 30/56 del giugno scorso sono state emanate le linee guida sul funzionamento del Cup.
A questo punto un cittadino qualsiasi si potrebbe aspettare di cominciare a vedere qualche risultato, non granché ma almeno qualcosina sì. E, sempre il cittadino di cui sopra, sarà stato felice di sapere che la giunta ha emanato addirittura “indirizzi strategici sull’innovazione del servizio Cup regionale”: accidenti, si sarà detto, proprio indirizzi strategici, non marginali, non tattici, strategici!
Sarà sicuramente una delibera risolutiva se non rivoluzionaria, avrà pensato, se dopo cinque mesi dall’emanazione delle linee guida si fa un ulteriore atto di giunta sugli “indirizzi strategici” dev’essere qualcosa di davvero importante.
Bene, è meglio che il cittadino si tolga ogni illusione, gli “indirizzi strategici” sono l’attribuzione alla Centrale regionale di committenza del compito di fare la gara per il nuovo Cup e, tanto per non farsi mancare nulla, la costituzione di un ennesimo “tavolo” di esperti.
La realtà, che è più dura dei teoremi, è sempre la stessa: a un anno dalla nomina del RUAS (peraltro bravo e capace) siamo al punto di dover ancora stabilire competenze e costituire tavoli di esperti. Ora, è notizia recentissima che la giunta ha dato mandato alle Asl di applicare indirizzi e disposizioni contenuti in un vago “progetto operativo”, speriamo bene.
Nel frattempo ci vuole un anno per fare una colonscopia o una risonanza magnetica nucleare, quando va bene, e, come ho detto in apertura, purtroppo i dati non sono in miglioramento, semmai peggiorano.
Complimenti a tutti.
Franco Meloni