Grandi applausi per il film di Cabiddu al Festival di Roma
Mercoledì sera, al Maxxi di Roma, in occasione della pre-apertura della Festa del Cinema di Roma, Gianfranco Cabiddu con il suo “La stoffa dei sogni” ci ha giocato un bel tiro mancinoSullo schermo infuria il mare. Un faro fa capolino tra le onde, mentre una barca si sfracella tra grida e colpi di pistola. In sala il silenzio. C’è tanta gente. Qualcuno è perfino rimasto fuori, a bocca asciutta mentre gli spettatori venivano ingoiati dai flutti, sorridenti e un po’ increduli, pronti a spiaggiarsi per cominciare l’avventura. A schermo nero un lungo, intenso applauso.
In effetti non è comune che una produzione sarda si affidi all’effetto speciale: siamo gente asciutta e coriacea. Solitamente mostriamo solo quello che c’è da mostrare senza troppi orpelli e artifici visivi.
Mercoledì sera, al Maxxi di Roma, in occasione della pre-apertura della Festa del Cinema di Roma, Gianfranco Cabiddu con il suo “La stoffa dei sogni” ci ha giocato un bel tiro mancino, conducendoci, divertito, in un reale mai troppo reale e in un fantastico che, in fondo, non è altro se non la campagna dietro casa. La sua trasfigurazione de “La tempesta” di William Shakespeare, che grida Eduardo De Filippo da ogni battuta e fotogramma, al di là della ricchezza del testo, oltre la bravura degli interpreti - su tutti, un Sergio Rubini in forma smagliante - è invasa da una Sardegna, per meglio dire un’Asinara, di una bellezza stupefacente. Non la si nomina mai. Come il teatro spesso esige, ci si trova in un non luogo, fuori dallo spazio e dal tempo, dove solo fiabe e miti possono sorgere e tramontare. Pietra, polvere, un mare dipinto, rovi, animali e cielo ovunque: non c’è fondale più maestoso, severo e al contempo delicato.
Leggi l’articolo sul giornale a firma Marco Cocco